Rielaborazione da ( Lerici In di dicembre 2022)
Il 25 novembre 2022 nella sala consiliare del Comune di Lerici si è celebrato il centenario della scoperta della tomba del faraone Tutankhamon con la presentazione dell’ultimo libro di Marco Buticchi, Il Serpente e il Faraone, edito da Longanesi.
Organizzatori il Lions Club Golfo dei Poeti (la cui presidente avv. Angela Spiezia, impossibilitata a intervenire di persona, ha mandato un saluto registrato ed è stata rappresentata dal past president ing. Roberto Sgherri) e l’Unitre (presidente la prof.ssa Eliana Bacchini), con il patrocinio del Comune di Lerici (presenti il sindaco Leonardo Paoletti e l’assessora alla pubblica istruzione dott.ssa Laura Toracca).
Ha dialogato con l’autore Maria Luisa Eguez che ha sottolineato tutta una serie di coincidenze avvenute lungo il mese di novembre e culminate proprio lo stesso 25, quando nel 1922 venne aperta la prima porta d’accesso alla tomba di Tutankhamon, soprannominato “il faraone bambino” e diventato, da pressoché sconosciuto, il più famoso dei sovrani egizi.
Il 4 novembre è ricorso, poi, il centesimo anniversario del giorno in cui un gruppo di archeologi, guidati da Howard Carter e sovvenzionati da lord George Carnarvon, varcò l’ingresso della tomba di “Tut”, com’è chiamato dagli addetti ai lavori, segnando uno degli eventi sinora più famosi e rilevanti dell’intera egittologia.
Tale scoperta è appunto al centro dell’opera Il serpente e il faraone.
La prima domanda rivolta da Eguez a Buticchi si è riferita a tutta la produzione saggistica e letteraria sull’argomento pubblicata nel 2022 ed in particolare alla giovanissima egittologa Valentina Santini che ha scritto, sempre per la casa editrice Longanesi, un saggio intitolato I segreti di Tutankhamon – Storia di un faraone tra mito e realtà.
L’altro bandolo della matassa di questo avvincente romanzo d’avventura riguarda il clima antisemita che ha portato alla Shoah e, proprio tra il 9 e il 10 novembre, si è commemorata la Kristallnacht, che nel 1938 ha dato l’avvio in grande stile alle cacce all’ebreo nella Germania nazista.
Eguez ha sottolineato il fatto che, nonostante che tutte le evidenze storiche sulla falsità de I Protocolli dei savi anziani di Sion siano assodate ormai da più di un secolo (1921) e per quanto possa sembrare incredibile, certe tesi antisemite continuano ancora oggi a tenere banco, soprattutto in Medio Oriente dove numerosi leader (come Nasser, Sadat, re Faysal, Gheddafi, Khomeini, il Gran Mufti di Gerusalemme) e vari regimi islamici ne hanno sponsorizzato e continuano ancora a sponsorizzarne l’autenticità in funzione antisionista (vedi gli esempi di Hamas e del ministero dell’istruzione saudita). Per esempio, a dispetto del trattato di pace del 1979 tra Egitto e Israele, che stabilisce la prevenzione all’incitamento antisionista, nel 2002 la rete televisiva egiziana ha mandato in onda una fiction in 41 puntate basata proprio sui Protocolli.
Nel 1970 i Protocolli risultarono il “saggio” più venduto in Libano; anche in Giappone, in Nuova Zelanda e in Grecia (con Alba Rosada) sono stati sovente al vertice delle classifiche di vendita. L’Autorità Nazionale Palestinese li usa nei media e nei programmi scolastici. I testi “educativi” sauditi presentano i Protocolli come se si trattasse di fatti reali, parlando di una immaginaria “ampia evidenza” e riassumendoli in questi quattro punti:
1. Mirare al monopolio del governo mondiale.
2. Eliminare le nazionalità e le religioni, specialmente le nazioni cristiane.
3. Incrementare la corruzione nei regimi europei.
4. Controllare i mezzi di comunicazione di massa e diffondere l’immoralità.
La presentazione lericina ha coinciso anche con la Giornata della violenza di genere, per cui Eguez ha chiesto a Buticchi di parlare delle figure femminili del libro che lei ha definito «tenere e luminose», a cominciare dalle bibliche Bithia, Iochèbed e Miryam per proseguire con Neith, Nefertiti e sino a giungere ad Almina e Gabriela.
(Le illustrazioni del libro sono di Consuelo Buticchi)
Un’ulteriore domanda ha riguardato Oswald Breil e Sara Terracini, la mitica coppia (lei una storica, lui un agente segreto del Mossad) protagonista di ben quindici dei libri scritti da Marco Buticchi, che vanno da Le pietre della Luna (1997) a Il mare dei fuochi (2021).
Poi le domande si sono fatte più personali: come e quando sia nata nell’Autore la passione per la scrittura e come si sia sviluppato e si mantenga in equilibrio il rapporto fra dimensione imprenditoriale, familiare e creativa. Marco Buticchi ha reso un pubblico riconoscimento alla sua famiglia (la moglie Consuelo e le figlie Andrea e Beatrice) per il loro contributo di collaborazione nella creazione del clima giusto che gli permette di lavorare serenamente: «Sono delle sante» ha icasticamente risposto.
Non è mancato neppure un accenno alle altre opere scritte dall’Autore (Scusi, bagnino, l’ombrellone non funziona! e Casa di mare) fuori dal genere che contraddistingue la sua scrittura, quello avventuroso, sui suoi gusti letterari, sul suo modo di lavorare intorno a un’intuizione che contenga in germe una nuova opera, sul senso di “onnipotenza” che dà allo scrittore “diritto di vita o di morte” sui propri personaggi. Buticchi ha qui simpaticamente confessato di essere costretto qualche volta a “graziarne” qualcuno, per intercessione diretta di Consuelo.
A conclusione dell’intervista, alla classica domanda sull’unico libro da portarsi su un’isola deserta, Marco Buticchi non ha avuto alcuna esitazione per sé: Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.
Nonostante il tempo inclemente, era presente una platea di pubblico attentissima.
Quella realizzata da Carter nella Valle dei Re a Luxor è, come dicevamo, una delle più straordinarie scoperte archeologiche: nella tomba di Tutankhamon sono stati riportati alla luce circa 5.400 pezzi eccezionalmente ben conservati, oggetti personali e di vita quotidiana che avrebbero dovuto accompagnare nell’aldilà il giovanissimo faraone, la cui maschera funeraria in oro e pietre dure è diventata l’emblema stesso dell’egittologia. Tali reperti saranno presto esposti nel Grand Egyptian Museum di Giza, la cui apertura è prevista per il 2023.
Tutankhamon salì al trono nel XIV sec. a.C. all’incirca all’età di nove anni e morì a diciotto. La sua tomba è rimasta quindi avvolta in un silenzio millenario fino alla scoperta effettuata da parte dell’équipe di Carter. Il suo mito ancora oggi evoca segreti e misteri, assieme con un’inquietante maledizione come castigo per la violazione del riposo eterno del re. Questa leggenda iniziò proprio il giorno dell’apertura del sepolcro con un fatto in apparenza banale: la morte del canarino di Carter, divorato da un cobra, simbolo di protezione per i faraoni.
Buticchi, con l’abilità di sempre, è riuscito ancora una volta a giocare con tutti questi elementi, storici e leggendari, per annodare il filo rosso che va dall’Esodo biblico alla travagliata storia del Novecento.
Sandro Fascinelli