(da Lerici In di febbraio 2024)

In questi ultimi tre mesi i frastuoni delle guerre sembrano soffocare quella “voce sottile come di silenzio” (1Re 19, 12) che parla di pace, ma non è proprio così. Gesti di ricostruzione, solidarietà, altruismo continuano infatti a essere operati anche sotto i cieli offuscati dalle nubi del conflitto mediorientale.

Ne abbiamo avuto diretta testimonianza da Orli Bach nell’ampio resoconto che è stato pubblicato su Golfo dei Poeti News (https://golfodeipoetinews.it/cronaca-e-news/israele-in-guerra-il-racconto-di-orli-bach/). Stavolta nostra referente è stata invece la pittrice livornese Rachele Carol Odello, in arte Seventeen, (foto sopra) che ha partecipato recentemente a un viaggio in Medio Oriente organizzato dall’ass-ciazione VIA (Volontari Italiani Agricoltura).

Al confine con la Striscia di Gaza, nelle campagne non protette dall’Iron Dome, i prodotti della terra rischiano di marcire e tutto il raccolto andare perduto. Si tratta di un terzo dell’intera produzione agricola israeliana. Il bilancio umano è tragico: molti contadini israeliani sono rimasti uccisi nell’eccidio del 7 ottobre 2023, i sopravvissuti sono stati richiamati alle armi e oltre ventimila braccianti palestinesi, che lavoravano in queste campagne come frontalieri, sono rimasti disoccupati.

Il che vuol dire che la strage efferata compiuta da Hamas di oltre milleduecento civili ebrei, la maggior parte dei quali inerme, ha messo alla fame anche ventimila famiglie di Gaza.

Il gruppo di volontari del turno VIA, cui ha aderito Rachele Odello, era composto da rappresentanti delle comunità ebraiche di Roma, Firenze e Livorno. È partito da Roma alla sera di sabato 9 dicembre 2023 ed è rientrato sempre a Fiumicino il venerdì successivo. I volontari hanno alloggiato a Gerusalemme pagandosi personalmente tutte le spese vive di aereo, alloggio ecc… Hanno lavorato a Sderot, a pochi chilometri dalla Striscia, e nel moshav (cooperativa agricola) di Shokeda.

Organizzatori di questi viaggi sono la Comunità romana Beit Michael e Vito Anàv, presidente dell’asso-ciazione Hevràt Yehudé Italia be-Israel, che rappresenta gli oltre ventiduemila italiani residenti in Israele.

Lo stile operativo di Vito Anàv ricorda un po’ quello di madre Teresa di Calcutta che diceva: «Se io ragionassi in termini generali non riuscirei a fare nulla. Mi limito a risolvere i problemi di una persona, più un’altra, più un’altra…».

Così l’istituzione di Anàv, che si prodiga, per esempio, per qualche kibbutz (piccolo villaggio) mancante di manodopera disponibile. Oppure rifornisce di teli impermeabili, per proteggere dalla pioggia i soldati e i loro zaini, un’unità militare che non ne ha. O ancora aiuta gli studenti del sud del Paese, attaccato il 7 ottobre, a trovare più a nord licei che li accolgano per ricominciare  a studiare dopo due o tre mesi.

Raccolta dei pomodori

Durante la settimana di lavoro nei campi abbandonati, Rachele ha postato la raccolta di limoni (foto sopra) e pomodori, i lanci dei missili dalla Striscia nella loro direzione e anche scene di fuga fra la popolazione per i razzi sparati dalla Striscia su Gerusalemme.

Maria Luisa Eguez