(da Lerici In di luglio agosto 2025)

Nello scorso numero di Lerici In, giugno 2025, abbiamo raccontato la storia di Carlo Acutis, un giovane italiano che è nato per caso a Londra in coda alla Generazione Y (1981-1996), quella dei Millennials, e che è vissuto in quella Z degli Zoomers (1997-2012). Una vita brevissima, quindici anni, in una svolta epocale. Un adolescente figlio del suo tempo, appassionato di calcio e di pc, con un “compito di vita” speciale: esservi “segno”, esservi “santo”, cioè -in mezzo a tanto materialismo cieco e sordo- essere un dito puntato verso quel “fisicamente impossibile”, ma in realtà non impossibile in assoluto, visto talvolta accade.

Nel suo guardare verso il Cielo, nel suo nutrirsi dell’Eucarestia a Carlo scatta una molla che coniuga spiritualità e tecnologia e per tre anni si dedica a una ricerca in Internet sui miracoli eucaristici nei secoli. Viaggia attraverso il tempo e lo spazio: dal Duecento al Duemila, dall’Ita-lia al resto d’Europa, dal Vecchio Continente a quello Nuovo. Un’impresa pazzesca, dettata solo dall’impulso interiore, che lo plasma. Ma Carlo Acutis non lavora solo per proprio interessamento perché sin dal-l’inizio il suo progetto è quello di allestire una mostra per mettere sotto gli occhi di tutti l’invisibile, il “materialmen-te impossibile”, per far udire una Voce senza suono, per risvegliare alla meraviglia un mondo che ormai non si stupisce più di niente.

Oggi quest’impresa pazzesca compiuta da un ragazzino fra i dodici e i quindici anni, che ha illustrato magnificamente oltre 140 miracoli eucaristici, è predisposta in più di venti lingue diverse che risuonano in tutti i continenti della Terra, è scaricabile da Internet (https://www.miracolieucaristici.org/it/Liste/list.html) e viene allestita in tutto il mondo. Ogni giorno, in una piccola parrocchia di uno sperduto paese di campagna e in contemporanea nella maestosa cattedrale di una metropoli, nel chiostro di un convento e in una sede degli scouts, porta il suo messaggio di gioia e di speranza. Tanto più che è già pubblicata sul sito, pronta per essere scaricata, stampata e realizzata secondo lo spazio a disposizione e l’inventiva locale. Ed è una fin troppo facile predizione dire che ormai crescerà da sola, pannello dopo pannello, testimonianza dopo testimonianza.

Qualcuno può anche arricciare il naso e parlare con tono saccente di devozionismo, roba per creduloni. Ma sarebbe un falso storico, perché almeno le più recenti documentazioni sono scientificamente comprovate, con buona pace dei detrattori. Ne parla in tutta semplicità il card. Angelo Comastri nella sua prefazione alla mostra: «Chi può affermare che Padre Pio sia stato soltanto un’invenzione di ingenui e di visionari del ventesimo secolo? Teresa Neumann, morta nel 1962 e quindi in pieno secolo ventesimo, si è nutrita per trentasei anni … soltanto di Eucaristia. Commissioni di medici si sono alternate accanto a lei ed hanno vigilato giorno e notte: alla fine, hanno dovuto riconoscere il fatto umanamente inspiegabile.[… E poi  c’è anche] Marthe Robin, morta nel 1981».

Nella sua presentazione mons. Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati, giustamente ricorda che la fede non si fonda sui miracoli ma sulle Scritture e che quindi non esiste per i cristiani il dovere di credervi. Ma, dopo tale premessa, sottolinea: «I Miracoli Eucaristici possono costituire un utile e fruttuoso aiuto alla nostra fede. Ad esempio essi possono: Aiutare ad andare oltre il visibile, il sensibile ad ammettere l’esistenza di un oltre, un al di là […] Aiutare a conoscere e a vivere la fede […] Invitare, sollecitare a conoscere, apprezzare, amare l’Eucaristia».

In questa rassegna internazionale è difficile anche soltanto elencare tutti i prodigi documentati, soprattutto in Italia e Francia, ma si può almeno accennare a qualcuno di essi.

Yvonne-Aimée de Jésus dal libro: “Un amour extraordinaire”
 

Per prima, la vicenda della francese Yvonne Beauvais, in religione suor Yvonne-Aimée de Jésus agostiniana (1901-1951), fino ad oggi quasi sconosciuta in Italia ma di cui esiste un’abbondante documentazione in francese. Mistica dotata di molti doni straordinari (bilocazioni, traslazioni, stimmate, profezie, xenoglossalia…), con o senza l’uso di questi mezzi soprannaturali ricevette più volte l’incarico di andare a recuperare ostie rubate e spesso profanate, non solo a Parigi e dintorni ma anche all’estero.

Recentissimo (2001) è il miracolo avvenuto nella parrocchiale St. Mary di Chirattakonam (diocesi di Trivandrum, India): nell’ostia consacrata è apparso il volto di un Uomo coronato di spine. L’ostensorio è tuttora conservato in quella chiesa.

Di poco anteriori i tre prodigi accaduti nella chiesa di Santa Maria a Buenos Aires, quando ne era vescovo ausiliare mons. Jorge Mario Bergoglio, futuro papa Francesco. Il 1° maggio del 1992 tre briciole d’ostia consacrata, cadute sul corporale, secondo la prassi vengono immerse nell’acqua e conservate nel tabernacolo sino al loro completo disfacimento. Invece di disciogliersi si tramutano però in tre coaguli di sangue.

Il mattino del 24 luglio 1994, sempre nella stessa chiesa, il ministro dell’eucaristia, un laico, si accorge che sul bordo interno della pisside scorre una goccia di sangue. Il 18 agosto 1996 un fedele riferisce al parroco di aver visto un’ostia abbandonata alla base di un candelabro. Questa viene messa nell’acqua e custodita nel tabernacolo ma si trasforma in una “gelatina” rossa che viene fotografata. Le analisi condotte, nel primo e nel terzo caso, da laboratori di Sidney e di New York all’oscuro di tutto danno come risultati: tessuto miocardico con globuli bianchi intatti, cioè appartenenti a un cuore vivente.

Il professor Frederick Zugibe della Columbia University di New York, primario di cardiologia ed esperto di medicina legale, dichiara che quel cuore vivente «era stato sottoposto a un forte stress, come se il suo proprietario fosse stato picchiato duramente all’altezza del torace».

Un’ultima piccola coincidenza curiosa, infine, è che nel 1517 avvenne un miracolo eucaristico anche a Salzano, oggi appartenente alla città metropolitana di Venezia, e la madre di Carlo si chiama Antonia Salzano. I miracoli eucaristici stavano già impressi nel DNA di Carlo?

Maria Luisa Eguez