(aa Lerici In di dicembre 2023)
Ci sono numeri che hanno delle associazioni particolari a seconda del loro contesto culturale. Questo è il caso del numero sei che nella lingua inglese è spesso associato alla morte o ad un pericolo. (ndr. In italiano abbiamo nella cabala il numero 47). Ad esempio, “carried by six” (letteralmente: trasportato da sei) è spesso usato come sinonimo di morto perché la bara è tradizionalmente sorretta da sei persone. Questa espressione fa parte di un detto spesso citato da coloro che hanno il grilletto facile: “Better to be judged by twelve than carried by six” ossia: “Meglio essere giudicati da dodici (una giuria) che sorretto da sei (morto)”. In poche parole, prima sparo e poi faccio domande. Tra l’altro per molti anni i revolver erano noti come “six-gun” (pistola sei) o “six shooter” (spara sei) perché il loro tamburo ospitava sei colpi.
Sei piedi (poco più di un metro e ottanta) invece è la profondità alla quale si seppelliscono i cadaveri per evitare di sentirne l’odore ed è per questa ragione che i defunti si definiscono essere “six feet under” ovvero “sei piedi sotto (terra)”. Da questa pratica nasce il verbo “to deep-six” che significa uccidere, eliminare ad. es. “We deepsixed him before he could testify” ovvero, “lo uccidemmo prima che potesse testimoniare”.
Ma c’è anche un uso metaforico del verbo ad. es. “I paid him to have the document deep-sixed” ossia, “lo pagai per far scomparire il documento”.
Invece a chi sta per esporsi ad un pericolo lo si avverte dicendo “Watch your six!” ossia “attento alle spalle”. Questo perché se immaginiamo di stare in piedi al centro di un orologio gigante con lo sguardo rivolto verso le ore dodici, le ore sei sarebbe dietro di noi.
Tra militari o agenti delle forze dell’ordine impegnati in retate, per ovvie ragioni, l’espressione viene più comunemente formulata come richiesta, ad. es. “Watch my six!” ossia “Coprimi le spalle”.
Il numero di volte che suona la campana per annunciare la morte di una donna sono sei (due volte tre rintocchi) seguiti da un rintocco per ogni anno di vita della defunta. Alla morte della regina, infatti, Big Ben fece novantasei rintocchi con un intervallo di un minuto tra uno e l’altro. Nel caso degli uomini invece la campana suona nove volte (tre volte tre rintocchi) seguiti anche qui da un rintocco per ogni anno di vita. Sei era anche il numero di mesi di lutto che il vedovo portava alla morte della moglie in era vittoriana. Mentre alla morte del marito, il lutto della vedova durava sei volte tanto ossia tre anni. Il maschilismo non si fermava neanche davanti alla morte.
Alcune espressioni col numero sei nascono a scuola. Fino al 1987, in alcuni collegi britannici si applicavano le punizioni corporali e gli insegnanti erano soliti disciplinare gli studenti con una punizione nota come “six of the best”, sei delle migliori perché il bambino (le femmine erano esenti) punito riceveva sei colpi di pantofola o bacchetta sul fondoschiena.
Altre espressioni riguardanti il numero sei nascono invece dallo sport. Questo è il caso del detto “knocked for six” ossia “Lanciato per sei” che metaforicamente parlando significa “devastato, distrutto”, ad. es. “the death of his friend knocked him for six” ossia “La morte del suo amico lo sconvolse”. L’espressione origina dal gioco del cricket nel quale, quando un battitore colpisce la palla mandandola fuori dal perimetro del campo da gioco, ottiene sei punti.
Naturalmente il fatto che il sei venga spesso usato in inglese per descrivere la morte o un pericolo sarà solo una coincidenza ma come qualcuno (alcuni sostengono sia stato Einstein) disse “Coincidence is God’s way of remaining anonymous” ossia “La coincidenza è il modo in cui Dio rimane anonimo”.
Aubrey Hill (www.hillaubrey.com)