(da Lerici In di maggio 2023)

Jessie Jane Meriton White (foto sopra) è stata una delle personalità più attive del Risorgimento italiano, ma pochi lo sanno e fu presente anche a Lerici nel 1888, come diremo più avanti. Quella che sarà soprannominata da Giuseppe Mazzini Miss Uragano e La Giovanna d’Arco della causa italiana nasce a Gosport, nel 1832 presso Portsmounth nell’Hampshire. La sua famiglia d’origine, che è di ricchi costruttori di velieri, con l’avvento del battello a vapore andrà in rovina.

Jessie compie i suoi studi a Londra dove frequenta una ricca vedova amica di famiglia, Emma Roberts, che le farà conoscere Giuseppe Garibaldi. Prosegue poi i suoi studi a Parigi, nella facoltà di filosofia della Sorbona. Nel 1854 viene in Italia e si vota alla causa dell’Indipendenza, cominciando a scriverne come giornalista del Daily News. È allora che conosce Carlo Pisacane e Agostino Bertani.

Rientrata in Inghilterra l’anno successivo, vorrebbe iscriversi alla facoltà di medicina, ma non viene ammessa in quanto donna.

Dovranno infatti passare quasi altri vent’anni prima che altre donne possano farlo, proprio grazie al polverone sollevato per prima da lei. Comunque Jessie sarà operativa sui campi di battaglia e in sala operatoria durante le battaglie risorgimentali. A Londra Jessie comincia a raccogliere fondi per Mazzini tenendo poi conferenze in altre città britanniche. Per sostenere i patrioti italiani traduce anche in inglese il libro di Felice Orsini Le prigioni austriache d’Italia, che ottiene un notevole successo.

Nel 1857 Jessie si trova coinvolta a Genova in un moto mazziniano. Viene arrestata e imprigionata nel carcere di Sant’Andrea assieme con altri patrioti, sotto l’accusa di essere fra gli organizzatori della spedizione di Carlo Pisacane. In effetti è proprio a lei che Pisacane aveva consegnato il proprio testamento politico prima della spedizione di Sapri.

È allora che Jessie White conosce il patriota e giornalista Alberto Mario. Quando i due saranno liberati ed esiliati ripareranno in Inghilterra dove, cinque mesi più tardi, Jessie diventerà la signora Mario.

Nel 1859 i coniugi Jessie e Alberto Mario si trovano a New York per propagandare attraverso articoli e conferenze la situazione politica italiana. Quando però scoppia la seconda guerra d’Indipendenza decidono di tornare in Italia.

Alberto segue Garibaldi in Lombardia, mentre Jessie partecipa come infermiera. Vengono così nuovamente arrestati ed espulsi, per cui si rifugiano in Svizzera, a Lugano dove conoscono Carlo Cattaneo.

L’anno successivo seguono Garibaldi nella spedizione dei Mille imbarcandosi, con molti medici, a Genova per la Sicilia il 10 giugno 1860 sulla nave Washington che partiva assieme alla Oregon e alla Franklin. Jessie aiuta i chirurghi durante le operazioni e, per parecchio tempo, rimane l’unica donna del corpo sanitario garibaldino; dopo ne diventa la direttrice. Durante la campagna di Napoli Jessie è la responsabile degli ospedali da campo di Caserta e di Santa Maria Capua Vetere.

Nella battaglia del Volturno lei arriva a lavorare al-l’ospedale da campo per trentasei ore consecutive ed esce quattordici volte sotto il fuoco nemico per soccorrere i feriti.

Conclusa l’impresa, Jessie torna al suo lavoro di giornalista come corrispondente dall’Italia per The Nation, Morning Star, The Scotsman e La Naciòn di Buenos Aires e viaggia anche per l’Europa.

Il mattino del 25 agosto 1862 Garibaldi con duemila uomini inizia dalla Calabria la marcia per liberare lo Stato Pontificio. Non tiene però conto del fatto che Napoleone III, unico alleato del Regno d’Italia, protegge Roma. Così sull’Aspromonte si ritrova a dover fronteggiare l’esercito regolare. Scongiura una carneficina fratricida ma il 29 agosto viene ferito due volte: alla coscia sinistra e al piede destro. Arrestato, viene rinchiuso nella fortezza del Varignano.

I sostenitori inglesi dell’Eroe raccolgono mille sterline per mandare alla Spezia un medico di loro fiducia anche se Jessie obietta che inviare un medico dall’Inghilterra in Italia sarebbe come portare carbone a Newcastle. C’è già infatti Agostino Bertani, capo del corpo medico garibaldino. Il dottor Parkins sopraggiunge ma non conclude niente con le sue cure. Garibaldi viene poi rilasciato il 5 ottobre per un’amnistia.

Allora il dottor Bertani e i coniugi Mario arrivano immediatamente alla Spezia ad assisterlo. Infine a Garibaldi viene estratta la pallottola ancora in sede durante un intervento eseguito a Pisa dal prof. Ferdinando Zannetti con l’assistenza di Jessie che si occupa dell’anestesia con il cloroformio. (segue)

M. Luisa Eguez

(da Lerici In di giugno 2923)

Jessie Jane Meriton White da anziana Alberto Mario da anziano

Nel 1866, per la terza guerra d’indipendenza, Jessie fa parte del Corpo dei Volontari Garibaldini fra i sanitari. Alla fine delle ostilità, lei e suo marito accompagnano il Generale a Ginevra, al congresso internazionale per la pace dove l’Eroe dei Due Mondi viene eletto presidente onorario.

Nel frattempo le truppe francesi si erano ritirate dalla Stato Pontificio e nel 1867 Jessie è un’altra volta al fianco di Garibaldi che tenta di far insorgere Roma contro il papa. La Francia torna in soccorso del papato e nella battaglia di Mentana, di fronte all’esercito francese dotato di fucili Chassepot a retrocarica, il Generale accetta di ritirarsi. Così viene messo di nuovo in stato di arresto al Varignano, dove resta prigioniero dal 5 al 25 novembre.

Nel 1868 Alberto Mario comincia a soffrire per un cancro alla faringe per cui dovrà subire nel tempo una dozzina di interventi chirurgici prima di morirne, costantemente assistito dalla moglie, il 2 giugno 1883.  

Nel 1870 intanto J. White accorre di nuovo a fianco del Generale in Francia, nella campagna dei Vosgi durante la guerra franco-prussiana, da sola, al contrario del marito che non condivideva più le idee politiche mazziniane e garibaldine. Stavolta lo fa rivestendo i panni di giornalista corrispondente di guerra, ma all’occasione si ritrova ancora a soccorrere i feriti. Jessie farà poi la cronaca di questo periodo nel libro I garibaldini in Francia.

Lei è una delle poche persone ad aver capito subito le motivazioni di Garibaldi che era stato sino all’anno prima acerrimo nemico del governo francese. Dopo la capitolazione dell’imperatore Napoleone III a Sedan, la nascita della terza repubblica e il pericolo di una sua sconfitta e conseguente invasione da parte dei prussiani, Garibaldi accorre in aiuto al popolo francese, in quanto di nuovo repubblicano.

Il Generale non nasconde neanche la sua speranza che, adesso che è cambiata la situazione politica, Nizza, sua città natale, possa tornare italiana. Questa è però l’ultima volta sui campi di battaglia sia per Garibaldi che per Jessie White Mario. Garibaldi nel 1871 viene eletto deputato all’Assemblea Nazionale Francese, a cui seguono i Vespri Nizzardi repressi militarmente. Ritiratosi a Caprera vi morirà il 2 giugno 1882.

Jessie, dopo la  campagna dei Vosgi, raggiunge a Roma il marito Alberto. Sempre nel 1871 i Mario si trasferiscono nel paese natale di lui, Lendinara in provincia di Rovigo. Qui da uno zio di Alberto avevano ereditato una casetta con giardino. Le loro uniche entrate erano quelle di giornalisti e scrittori e iniziano così i giorni del loro buen retiro. Coltivano l’orto, curano il giardino e si impegnano nella scrittura di articoli e libri di memorie. La loro biblioteca e il loro archivio sono una ricca fonte di materiale storico. Alberto ha un carattere tranquillo da studioso; Jessie invece è sempre dinamica e continua a viaggiare come conferenziera per l’Italia.

Nel 1881 un incidente le lascia tre dita della mano destra paralizzate ma lei continua a scrivere a macchina, possedendone una sin dal 1860.

Uno dei più importanti scritti di Jessie White Mario è l’inchiesta che ha condotto sulle condizioni dell’Italia del Sud, nata dal suo connubio con il celebre meridionalista Pasquale Villari. Uscita prima in una serie di articoli sul giornale napoletano Il pungolo e poi rielaborata e raccolta in volume nel 1877, La miseria di Napoli è la prima grande inchiesta nella storia del giornalismo italiano. Jessie ha passato al setaccio la città partenopea descrivendone gli orfanotrofi, gli ospizi, le carceri, i bassi, i quartieri dell’estrema indigenza, il mondo della prostituzione e della criminalità.

Jessie White è presente a Lerici il 29 luglio 1888 chiamata dall’Unione Operaia a fare da madrina al varo del battello battezzato Alleanza del Golfo, «a rappresentare il conserto delle attività operaie di tutti i paesi del Golfo» come scrive lo storico Francesco Poggi ne La Storia dell’Unione Operaia. Commenta di seguito il prof. Poggi che Jessie «accolse di buon grado l’occasione di trovarsi fra gli operai di un paese, il quale, con le prime e giovanili vicende patriottiche di Lei, le ricordava un eroico periodo della rivoluzione italiana: la spedizione di Sapri».

Solo due anni prima, il 25 luglio 1886, era stato varato un altro battello dell’Unione Operaia denominato Emilia Henfrey come la moglie del munifico proprietario dello stabilimento di Pertusola. In quell’occasione la madrina era stata Clelia Garibaldi, figlia del Generale [cfr. Lerici In di febbraio e marzo 2014]. 

Jessie morirà a Firenze nel 1906 in povertà e verrà sepolta nel cimitero di Lendinara accanto al suo amato Alberto.                        (fine)

M. Luisa Eguez