(da Lerici In di marzo 2023)

Borchia metallica riproducente il brevetto del 1873

Il 20 maggio 2023 i jeans compieranno 150 anni. Questa è la data in cui sono stati brevettati ma molti ritengono che i jeans più antichi li indossò invece Giuseppe Garibaldi quando partì da Quarto tra il 5/6 maggio 1860 con più di un migliaio di volontari, per la Spedizione dei Mille con cui raggiunse Marsala l’11 maggio 1860.

    La sua uniforme era composta da un paio di blue-jeans (bleu de Genes), fatti con una tela che arrivava da Nimes (‘de Nimes’, da cui ‘denim’), una camicia rossa e un poncho sudamericano.

I pantaloni che Garibaldi indossava erano larghi e lunghi sino alla caviglia con una tasca per lato e dal 2001 sono esposti al Museo Centrale del Risorgimento a Roma in una speciale bacheca del Vittoriano (foto sopra).

Hanno una particolarità: al ginocchio sinistro c’è una toppa della stessa stoffa, che copre uno sgarro causato da una colluttazione che ebbe durante una delle sue battaglie. Ai pantaloni sono stati aggiunti, in un secondo momento, un cordoncino tricolore alla vita e alcune borchie con delle scritte incise che si riferivano all’unità d’Italia. Un cimelio unico, che viene apprezzato ogni anno da centinaia di migliaia di visitatori che vengono da tutto il mondo per ammirare “i jeans indossati dall’eroe dei Due Mondi”.

Le origini del jeans comunque sono tutte liguri; nel porto di Genova infatti già nel XV secolo si esportavano svariati tipi di tessuti tra cui il fustagno: una stoffa di cotone resistente e robusta che veniva utilizzata per le vele, per le coperture delle barche e per le uniformi dei marinai. All’epoca era usanza chiamare i tessuti riferendosi al nome della città da cui provenivano.

I francesi chiamavano questa stoffa jeane o jannes (Genova in francese dell’epoca) che fu poi storpiata dagli inglesi (a cui ne arrivavano ingenti quantità) in jeans, più orecchiabile e facile da pronunciare.

Le stoffe venivano fabbricate a Chieri (To) e Nîmes in Francia. Da Nîmes prende il nome questo tipo di cotone  che aveva una tessitura in diagonale chiamata sargia (serge in francese), che le dava questa robustezza e che la differenziava dalla tela che era lavorata  invece con fili incrociati in modo perpendicolare, era resistente ma non così salda come il denim), a quei tempi veniva chiamato “serge de Nîmes” poi accorciato da “de Nîmes” a denim.

Il denim veniva utilizzato negli Stati Uniti già dal 1853 quando in California venne scoperto l’oro e l’imprenditore Levi’s Strauss lo utilizzò per fabbricare abiti da lavoro robusti per i minatori.

Nel 1871 Jacob Davis, un sarto ebreo originario della Lettonia, ebbe l’idea di rinforzare i punti di stress ai lati delle tasche dei pantaloni con dei bottoncini di metallo, per evitare che si sgarrassero con il peso delle pepite. Questo sistema lo volle brevettare ma non avendo i 68 dollari per la pratica, nel 1873 si mise in società con il suo amico Levi Strauss.

I jeans di Garibaldi sono tutt’ora uno dei modelli più copiati al mondo. Gli stilisti di oggi fanno passare per loro creazioni i rammendi e le pezze che sono applicate sui modelli in voga.

Chi conosce la storia di Garibaldi e dei suoi ‘jeans’ sa che anche lui ne è stato l’artefice: inconsapevolmente, creò il modello che oggi è più alla moda.

Luisa Fascinelli

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Breve biografia di Giuseppe Garibaldi