(da Lerici In di maggio 2022)

Benedetta Eguez

MAG, la seconda parte di Studio Aperto su Italia Uno del 29 marzo scorso, ha dedicato un servizio alle donne multitasking che si sono distinte per le loro molteplici attività. Non poteva mancare Benedetta Eguez, (nella foto sopra) molto conosciuta nella nostra zona per tutti i suoi impegni umanitari e figlia della nostra capo redattrice Maria Luisa Guigli Eguez. Abbiamo chiesto a Benedetta di rilasciare un’intervista anche al nostro mensile e lei ha accettato volentieri.

Nell’articolo pubblicato sul sito: www.lericiin.ialleghiamo il video del servizio di MAG.

D.: Benedetta ci racconti una tua giornata tipo?

R.: Organizzo le giornate in base ai turni che ho in ospedale. Mi piace cucinare per la mia famiglia e, per l’organizzazione dei pasti della settimana, preparo torte di verdure, crostate, lasagne, ecc, spesso congelando gli ingredienti per poi averli a disposizione quando mi servono. Ho tre gatti Tom, Sissi e Trilly da gestire e una segugia di nome Diana con cui spesso vado a passeggiare nei boschi o in escursioni più impegnative. Una cosa a cui non posso fare a meno ogni giorno, come aiuto psicologico e morale è la musica. Il mio cantante preferito è Rino Gaetano, non è un artista per tutti: va ascoltato per comprenderlo.

D.: Sei soddisfatta della scelta professionale che hai fatto?

R.: Sono diventata infermiera per caso, non era nei miei progetti ma quando mi sono iscritta al corso di scienze infermieristiche e ho iniziato il tirocinio e le lezioni teoriche all’università di Genova mi sono letteralmente appassionata. Io non faccio l’infermiera, sono un’infermiera da tutti i punti di vista. È un lavoro molto impegnativo, complicato e hai tante responsabilità nei confronti dei pazienti.

Ti arricchisce in maniera inesorabile e con i pazienti condivido le loro sofferenze e debolezze. Il posto che mi ha coinvolto di più è stato il reparto di oncologia, dove ho lavorato nove anni. È stato un percorso molto importante della mia vita, non lo sostituirei con nulla al mondo.

Dall’inizio della pandemia lavoro all’ospedale di Sarzana nel reparto pneumologia Covid. Nel primo periodo ero molto spaventata poi, grazie a un mio ex primario, sono riuscita ad avere la carica per andare avanti. Qui i pazienti hanno gravi problemi respiratori, sono supportati da ventilatori o possono essere anche intubati.

La cosa peggiore del Covid-19 è stata l’assenza del contatto umano. Ho cercato di abbattere questa barriera e, con le mie conoscenze e anche di altri, siamo riusciti a far donare al nostro reparto tablet, televisori e filodiffusione: quest’ultima ha aiutato molto sia gli operatori che i pazienti a far pesare meno la situazione.

D.: Da dove nasce la tua passione per gli animali?

R.: Quando ero piccola a Lerici, ho fatto partorire una gatta, quando uscivo da scuola le portavo tutto quello di cui aveva bisogno e la nascondevo per proteggerla.

Negli animali trovo la sensibilità che spesso l’umano non ha.

D.: Hai 30 gatti e 10 cani, sono tutti tuoi o cercano adozione?

R.: I mici sono di una colonia felina di cui mi occupo insieme ad altre persone e, tramite l’associazione “Franco & Giorgia Amici di Zampa” provvediamo per il cibo e per le cure veterinarie. I cani si trovano nel rifugio dell’associazione di cui faccio parte insieme a Cristiana Caiffi e Roberta Natucci: ci trovate su Facebook e operiamo nella provincia della Spezia.

Abbiamo salvato parecchi animali da canili lager e abbiamo trovato loro una casa nella zona. È capitato durante le passeggiate, dopo diversi anni, d’incontrarne qualcuno e si sono ricordati di me: per me è stata una gioia immensa.

D.: Ti piace leggere? Trovi il tempo anche per questo? Se sì, quali sono i tuoi generi preferiti?

R.: Leggere mi è sempre piaciuto, purtroppo negli ultimi due anni con i turni estenuanti, non ci riesco molto. Una lettura leggera che mi piace è Paperino: è bello ogni tanto proiettarsi in un mondo più felice e ingenuo ma a volte anche più profondo. Amo i romanzi storici, testi teatrali (Pirandello e Shakespeare) e filosofici. Uno dei miei preferiti è di Jean-Paul Sartre: l’esistenzialismo è un umanismo.

D.: Se qualcuno ti regalasse un viaggio senza limiti di budget, dove vorresti andare?

R.: Preferirei un budget senza limite di viaggi. Farei fatica a visitare luoghi dove c’è sofferenza per le persone e per gli animali. Un viaggio in progetto lo avrei, spero di organizzarlo presto, la mia destinazione sarebbero le Isole Cook nel Sud Pacifico.

Luisa Fascinelli