(da Lerici In di luglio-agosto 2024)

La S.p.A. San Giorgio con sede a Genova, alla fine degli Anni’40, creò un suo distaccamento (un capannone di cui oggi si sono perse le tracce) alla Spezia nel rione della Scorza.

In tale capannone si studiavano e sperimentavano propellenti liquidi per l’aeronautica sotto la supervisione di una scienziato tedesco di origine ebrea, inoltre si realizzavano componenti militari.

Nel 1954 a seguito della liquidazione della San Giorgio S.p.A. (società controllata dalla Finmeccanica), i vari distaccamenti della stessa, sparsi sul territorio italiano, diventano a tutti gli effetti stabilimenti indipendenti con una loro Direzione e uffici commerciali, di progettazione e di analisi qualitativa del prodotto. Nel contempo la Finanziaria dell’IRI impone a queste nuove realtà di porre in coda al nome San Giorgio il tipo di produzione.

Per la San Giorgio della Spezia viene deciso di abbandonare la produzione bellica e di produrre elettrodomestici, per cui avendo necessità di spazi maggiori per creare catene di montaggio, stoccaggio di materie prime e prodotti finiti viene deciso che questa nuova realtà dovrà collocarsi in altro luogo.

Il nuovo sito produttivo nasce in una zona,allora paludosa, confinante con lo stabilimento OTO Melara e la nascente centrale dell’ENEL. Il primo direttore dello stabilimento fu un giovane ingegnere, provenien-te dalla dismessa San Giorgio S.p.A. di Genova, d’origine romana: il sig. Potenza.

Nascono le prime piccole catene che andranno a svilupparsi negli anni. Iniziano le prime produzioni di articoli (lucidatrici, aspirapolvere, ventilatori da tavolo e a colonna e relativi componenti che ne andavano a costruire l’insieme) pensati e realizzati dai tecnici sangiorgini.

Fin da subito, questi prodotti s’imposero sul mercato grazie alla splendida mente del suo anziano progettista sig. Coletti e della sua spalla sig. Pino Intelisano.

Nel 1962 e 1963 si verifica il boom delle assunzioni.

Alcune innovazioni, ancor oggi sono attuali, quali: la luce sul frontale delle lucidatrici, la spazzolina posta dietro alla bocca di aspirazione per evitare che oggetti contundenti potessero essere respinti dalle spazzole rotanti, di porre il motore all’interno dello chassis affinché l’elettrodomestico potesse penetrare sotto i mobili.

Oggi cose normali, ma allora, tutto questo fu una novità assoluta ed esplosiva con un utile bilancio annuale incredibile per l’Azienda. Alla Fiera di Milano vendemmo tante lucidatrici Perla – il nome della prima lucidatrice – che oltre alle novità sopra descritte presentava un disegno innovativo, tanto che negli anni fu copiato e tuttora lo è dalle ditte concorrenti.

Il ventilatore a colonna portò una novità ancora più innovativa. Per la prima e forse ultima volta su un piccolo elettrodomestico si riuscì a collocare un giunto cardanico. Attraverso questo giunto (pensato dallo stesso progettista in treno mentre tornava a casa), questi poteva fare ruotare le pale del ventilatore a 45° sia a destra che a sinistra, di 90°, 180° e di 360°.

Nel 1962 si incomincia a sviluppare la produzione di lavatrici. Le lavatrici conquistarono immediatamente il mercato per la robustezza e la qualità del lavaggio ma soprattutto perché furono una delle prime lavatrici completamente automatizzate dove, grazie al suo timer di innovazione tedesca, si poteva lavare un indumento di lana senza il pericolo di rovinarlo. A seguito del notevole successo che ebbe questo articolo e per il maggior ritorno economico si cessò di produrre piccoli elettrodomestici. Nel 1984 l’IRI, con a capo Romano Prodi, decide (per la politica del taglio dei rami secchi) che tutte le industrie dell’IRI, che da anni avevano bilanci in rosso, dovevano essere vendute al migliore offerente.

La San Giorgio Elettrodomestici aveva i bilanci attivi ma fu messa sul mercato perché strategicamente la sua produzione non rientrava nei piani dell’IRI. Parecchi furono i tentativi perché ciò non avvenisse però a seguito di bilanci attivi ma non troppo chiari a cui seguirono arresti e licenziamenti, venne venduta alla OCEAN nel 1984, (anticipando di circa nove anni la politica sopracitata) un marchio di seconda fascia, e fu l’ini-zio della fine.

La San Giorgio Elettrodomestici fu declassata a mero stabilimento produttivo. La politica di strategia commerciale e amministrativa non era più nostra: eravamo un corpo senza testa.

Dopo una parentesi di pseudo benessere in cui i cinesi, dopo un attento esame delle lavatrici sul mercato, decisero di impiantare uno stabilimento in Cina con la supervisione dei nostri tecnici e la vendita da parte nostra dei progetti inerenti la nostra lavatrice.

Arrivò poi la famiglia Nocivelli che decise di acquistare la Brandt francese, sull’orlo del fallimento e di trasferire, ancora una volta, il cervello in Francia.

Nel corso degli anni che seguirono (la chiusura definitiva avviene nei primi mesi del 2002) lo stabilimento cambiò diverse proprietà tanto da finire poi in Spagna alla ditta Fagor S.p.A.. Nel 2014 il marchio ritorna in Italia per merito della IT Wash S.r.l., azienda totalmente italiana che ha sede e stabilimento ad Acerra (NA). La IT Wash è nata nel 2000 per merito di Elia Izzo e Ciro Tarallo che da veri italiani riescono a riportare in Italia un marchio, da loro conosciuto, che nei suoi anni migliori esaltava la qualità dei prodotti italiani, un marchio che tutta Europa c’invidiava.

Oggi il ricordo della San Giorgio Elettrodomestici è ancora vivo in coloro che per anni hanno lavorato al suo interno, in coloro che l’han-no vista crescere, prosperare e morire. Al suo interno sono nati amori che sfociarono in nuclei familiari, gente che con il suo salario, con il suo stipendio ha comprato casa, cresciuto, fatto studiare i propri figli.

Quante volte i dipendenti, uomini o donne che siano, che si trovano a passare sulla strada che scorre vicino a quello che una volta era lo stabilimento San Giorgio, si sentono assalire da un nodo in gola mentre nel loro animo scende una infinita tristezza per ciò che era e per quel che poteva essere.

Oggi che sono passate parecchie primavere, oggi che i capelli brillano d’argento e i visi segnati da rughe di vita vissuta, queste persone per ricordare e non dimenticare, ogni anno, si ritrovano davanti a una tavola imbandita e fra un ronzante vocio si raccontano cose di un tempo che fu.

Prima di Natale gli ex dipendenti della San Giorgio (foto sopra) si incontreranno per festeggiare la collega Miri Bertelà per i suoi 90 anni.

Alberto Perelli