(N.B. – La recita de “L’Infinito”, è eseguita da Luisa Fascinelli, di cui all’articolo a pagina 10 di Lerici in… di luglio 2019)
L’Infinito, 200 anni dopo
Per ricordare l’anniversario, si sono riuniti 2800 studenti davanti alla casa di Leopardi per recitare contemporaneamente la celebre poesia.
Recanati diventa uno dei punti cardine attraverso il quale la voce della cultura si propaga, concatenandosi con le iniziative che partono anche da altre scuole come Pescara, Bari, Milano. L’iniziativa nasce dalla volontà di fare avvicinare sempre di più i giovani al dialogo con se stessi, ai sentimenti universali che uniscono gli esseri umani e che oggi sembrano lontani, desueti perché inghiottiti da una voragine di plasticismo tecnologico-virtuale che alza muri e barriere nelle interazioni sociali, a discapito dei sentimenti e dei rapporti interpersonali
“L’Infinito” di Giacomo Leopardi ha compiuto il duecentesimo anniversario dalla sua stesura. Gli studenti di Recanati hanno voluto rendere omaggio al poeta e scrittore dell’Ottocento che ha rappresentato una delle massime figure della letteratura nel mondo con il romanticismo e le sue profonde riflessioni sull’esistenza umana.
Duecento anni dopo la stesura della sua opera più importante, nella piazzuola del Sabato del Villaggio dove si affaccia la casa di Leopardi, si sono riuniti oltre 2.800 studenti per recitare contemporaneamente la poesia. Insieme agli studenti anche il Ministro Marco Bussetti e la contessa Olimpia Leopardi, discendente diretta del poeta.
Una lettura d’insieme della sua poesia “L’Infinito” per rendere omaggio al genio indiscusso della letteratura italiana che attraverso le sue opere è riuscito ad esprimere le questioni morali e intime di ogni essere umano. La sua poetica è rimasta universale, immortale. I suoi testi hanno superato le barriere del tempo e dello spazio e ci raccontano ancora oggi di un pensiero che risulta ancora moderno, attuale, malgrado sia stato formulato duecento anni or sono.
Leopardi ci ha insegnato ad aprire il cuore e lasciare scorrere il fiume dei sentimenti verso rive lontane, dove gli orizzonti non escludono il miraggio e lo spazio è indefinito. Il pensiero si abbandona come il vento tra il silenzio e gli echi lontani, attraversando la modernità del tempo “E il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Angelo Barraco
La Voce di New York 16 maggio 2019