(da Lerici In di giugno 2018)    

È appena uscito presso le Paoline un altro libro della nostra caporedattrice Maria Luisa Eguez e siamo cu-riosi di sapere anche questa volta di cosa tratti.

D.: Cosa significa questo titolo, “Partorite dal Padre”?

R.: Capisco che possa apparire un po’ strano, ma in realtà è proprio in questo modo che si esprime la Bibbia attraverso l’uso del verbo greco tìkto. Nel greco del Nuovo Testamento, in riferimento a Dio, c’è il verbo “ghennào” che significa “ge-nerare da parte di padre” ma troviamo anche il verbo “tìkto” (e i sostantivi da esso derivati) che vuol dire “par-torire, generare da parte di madre”: lo usa lo stesso Gesù nei confronti dei propri discepoli o Giovanni e Paolo per le loro comunità.

I vocativi che vengono in genere tradotti con “figlioli, figliolini miei” alla lettera sono “partoriti da me”. Si tratta di espressioni di una grande potenza affettiva.

Le Scritture, tanto prodighe di immagini che rivelano il volto paterno di Dio, ce ne fanno così scoprire anche quello materno, rimasto sinora più in ombra, in tutta la sua dolcezza. Come in questo libro che narra l’amore di Dio per quattro mistiche europee le cui pagine più intime hanno segnato il cammino spirituale del Novecento.

D.: Chi sono queste quat-tro donne?

R.: Si tratta di Gabrielle Bossis, Madeleine Delbrêl, Etty Hillesum e Simone Weil.

Gabrielle Bossis (1874-1950) era un’attrice teatrale francese che portava sui palchi di quattro continenti i copioni da lei scritti.

Madeleine Delbrêl (1904-1964) era un’assistente sociale che lottava con la classe operaia nei sobborghi di Parigi e scriveva poesie, spesso mentre fumava seduta al tavolino di un bar.

Etty Hillesum (1913-1943) era un’intellettuale che di giorno lavorava per il Consiglio Ebraico del campo di transito di Westerbork in Olanda e di notte scriveva il suo struggente diario.

Simone Weil (1909-1943) era un’insegnante di filosofia e giornalista che si opponeva con forza alle ingiustizie sociali e alla guerra.

D.: Ma non avevi detto che erano delle mistiche?

R.: Nell’immaginario collettivo i mistici sono spesso immaginati come persone con poteri paranormali, che vivono al di sopra, ma comunque al di fuori dalla comune realtà. Ma non è un modo esatto per intendere questa parola.

La mistica, sempre attraverso il significato originario greco e latino del termine, indica un’esperienza di ricerca e dialogo con Dio, nascosta nel senso di molto intima e magari un po’ misteriosa per gli altri, ma ben radicata nella personalità e nel vissuto di chi la sperimenta.

Cattoliche le prime due, ebree le seconde, queste quattro laiche davvero eccezionali hanno con il divino un rapporto personale, anticonvenzionale, appassionato, da cui scaturiscono pagine bellissime, che io ho voluto portare alla conoscenza di un più vasto pubblico.

Sandro Fascinelli