(dalla presentazione della casa Editrice Prometheus) 

Tante le identità che si sono sovrapposte a quella reale di Maria Maddalena, occultandola. I Vangeli, per esempio, non dicono da nessuna parte che sia stata una prostituta, ma nell’immaginario cristiano è stata considerata tale, a partire dai primi secoli sino ai più recenti successi (ed eccessi) mediatici. 

Dalle donne del Primo a quelle del Nuovo Testamento, dagli apocrifi ai tentativi ultimi di riabilitazione della figura della Maddalena, Maria Luisa Eguez traccia un percorso che, alla luce delle Sacre Scritture, vede attribuiti anche alle donne cristiane i carismi del discepolato, della diaconia e dell’apostolato. 

Per questo Maria Maddalena può essere assunta – non in cielo nuda, come in certi quadri, ma nella sua dimensione più concreta e storica, con il vasetto degli unguenti in mano – a emblema della donna di fede e di un amore senza misura, ricettiva, fattivamente presente, compartecipe, combattiva, appassionata piuttosto che, come troppo spesso finora, diafana entità relegata all’ombra dell’identità maschile. 

(da Lerici In… di aprle 2020)

Uscita pasquale per le edizioni Prometheus di Milano dell’ultimo libro di Maria Luisa Eguez.

Chi era Maria Maddalena? Ce lo dice la nostra caporedattrice in questa intervista

D.: Sono già stati pubblicati tanti libri che parlano di Maria Maddalena. Come ti è venuto in mente di affrontare ancora questo personaggio?

R.: Ho deciso di parlarne proprio perché alla Magdalena sono state attribuite tante identità che hanno offuscato quella sua reale. Ti faccio subito un esempio: nei Vangeli non c’è scritto che lei fosse o fosse stata una prostituta. Lo è diventata nell’immaginario collettivo semplicemente perché nel Vangelo di Luca viene menzionata alla sequela itinerante di Gesù fra «alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità», subito dopo che è stato raccontato l’episodio di un’anonima peccatrice in casa di un certo fariseo di nome Simone. Da Luca sappiamo solo che era stata vessata, come lo sono stati del resto anche molti altri santi.

D.: Perché questo accanimento contro di lei?

R.: La sua, assieme a quella di altre donne, è una presenza che mette in imbarazzo gli apostoli, scappati tutti (tranne il più giovane, Giovanni) per paura di fare la stessa fine del loro Maestro. Sono state le donne le testimoni sia della morte che della resurrezione di Gesù, mentre gli uomini se ne stavano nascosti, chiusi in casa per il terrore di essere arrestati e crocifissi. Eppure, già pochi decenni dopo Pietro, che aveva rinnegato Gesù, si vanta: «Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti» (At 10, 40-41). Anche Paolo dice: «Fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e […] apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta» (1Cor 15, 4-6). Sulle donne, la Magdalena in testa, è già sceso il silenzio. Del resto a questo proposito è significativo il Vangelo di Marco, segretario di Pietro, la cui versione originaria si concludeva così: «Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni. Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere» (Mc 16, 911). Di qui in poi la Magdalena e le altre sono sempre più relegate nell’ombra.

D.: Come hai fatto allora per farle riemergere?

R.: Ho usato molti studi approfonditi sull’argomento e, tra le fonti, anche i Vangeli apocrifi, che hanno svelato dettagli veramente interessanti. Ma soprattutto ho voluto cogliere in Miryam di Magdala l’icona della presenza bimillenaria delle donne nelle chiese cristiane per cui il saggio parte dal cristianesimo delle origini per arrivare al Querida Amazonia di papa Francesco del 2 febbraio scorso.

Sandro Fascinelli

Incontro del CIF a Genova per Maria Maddalena

(da Lerici In… di settembre 2020)

Molto interessante e partecipato l’incontro organizzato dal Cif Regionale e dalla Libreria San Paolo di Genova per la presentazione del libro di Maria Luisa Eguez “Maria Maddalena. Testimone di fede e di amore” lunedì 27 luglio presso il dehors del bar Ducale, con l’innovativa formula dell’aperilibro. Era opportuno e doveroso presentare in prima istanza in Liguria il libro “Maria Maddalena”: ligure è infatti l’autrice Maria Luisa Eguez, (che per sei anni è stata presidente del Cif Provinciale della Spezia) e si trova a Genova, nella bellissima Chiesa di san Donato il dipinto di Joos Van Cleve raffigurante Maria Maddalena che è riportato nella copertina del libro È stata un’esperienza interessante, molto coinvolgente e insolita perché l’in
contro si è tenuto su un marciapiede in una atmosfera semplice e amichevole, alla presenza di aderenti, amiche, politici regionali e comunali, responsabili di associazioni e, per un breve momento, anche del cardinale Angelo Bagnasco. Molti i passanti che, incuriositi e interessati si sono fermati ad ascoltare. Dopo il saluto della presidente Maria Rosa Biggi, la segretaria nazionale del Cif Alessandra Tarabochia ha introdotto l’autrice che ha parlato della sua predilezione per la figura di Maria Maddalena fin dalla gioventù e ha illustrato i tratti più salienti del libro. Miryam di Magdala è una donna che ha fatto storia? Certamente sì! l Vangeli (canonici ma anche apocrifi) ce la rivelano come una figura coraggiosa, generosa, appassionata, una autentica “testimone di fede e d’amore” come suggerisce il sottotitolo. Per questo Maria Luisa Eguez l’ha additata come icona di una presenza femminile continua e consapevole lungo tutta la storia bimillenaria della Chiesa: discepola nell’ascolto, diacona nel servizio, apostola nell’annuncio, animatrice del popolo sacerdotale.

Eliana Bacchini

Post scriptum

A margine dell’incontro, abbiamo saputo che il cardinale Bagnasco ha simpaticamente domandato all’autrice: «Davvero la Maddalena non era una prostituta?». Siamo quindi curiosi di sapere da Maria Luisa Eguez quale fosse stata la sua risposta. Questo quanto ci ha spiegato: “In effetti da nessuna parte del Nuovo Testamento c’è scritto che lo fosse. La leggenda è nata nei primi secoli dell’era cristiana da un banalissimo fatto: il capitolo settimo del Vangelo di Luca termina con la narrazione di una pubblica peccatrice che, in casa di un fariseo di nome Simone, cosparge i piedi di Gesù con balsamo profumato bagnandoli con le sue lacrime e asciugandoli con i suoi capelli (Lc 7, 36-50).

Il capitolo successivo comincia così: «In seguito egli (= Gesù) se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni» (Lc 8, 1-3).

Tanto è bastato, pochi secoli dopo, per far dedurre in modo del tutto infondato che l’anonima prostituta e la prima donna nominata alla sequela del Maestro, Maria la Magdalena, fossero la stessa persona. In realtà, lei era semplicemente, come dice l’evangelista, fra quelle donne «che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità» e ben sappiamo, dalle storie dei santi, quanti di essi siano stati vessati dalle forze del male senza per questo essere colpevoli di alcunché.

(N.d.R.)