(Una serie di articoli di SANDRO FIORE sulle chiese in Stile Romanico vicine al nostro teritorio, meta di brevi gite culturali, pubblicate nel 2013 e che vengono riproposte sul Web a ricordo della prematura scomparsa dell’autore, avvenuta il 20 dicembre 2020 – I primi quattro articoli sono stati pubblicati in sequenza da giugno a settembre 2013, mentre gli ultimi due sono inediti e, in appendice, un articolo del conte Nino Picedi Benettini).

Nel nostro territorio comunale una Chiesa romanica si trova ai Monti di San Lorenzo , sopra il Guercio di Lerici, e benchè ridotta ad un rudere ha sempre il suo fascino. Questo edificio è stato descritto in LERICI IN… di dicembre 2010  in un bell’articolo a firma del Conte Nino Picedi Benettini (che riproduciamo in appendice), ma da questo prendo lo spunto per fare un breve viaggio nel romanico (1) delle zone limitrofe e vorrei accompagnarvi con queste poche informazioni in alcune chiese della Lunigiana e della provincia della Spezia.

La Pieve dei S.S. Cornelio e Cipriano a Codiponte

Si trova sulla strada per il Passo dei Carpinelli e si hanno testimonianze della sua esistenza fin da una bolla pontificia del  1148 diretta al Vescovo di Luni. In tale periodo Codiponte  ( Caput Pontis- Testa di Ponte) era molto importante per il passaggio di persone e di merci. La Chiesa ha un impianto basicale a tre navate, concluse da due sole absidi (2) (la centrale e la sinistra). Il portale (3) di epoca successiva stona nella bella facciata a salienti che scandiscono gli spazi interni; sopra una bifora (4) e ancora più sopra un’apertura cruciforme.

Di grande circonferenza l’abside centrale coronata in alto da archetti pensili che poggiano, uno su quattro, su lesène (5); l’abside  sinistra è priva di coronamento, entrambe sono aperte da tre monofore.

Il campanile si erge dietro l’abside maggiore, leggermente staccato dal corpo fabbrica. Il bel portale si apre sul lato destro e i fianchi sono aperti da monofore. All’interno le navate sono separate da colonne sormontate da capitelli istoriati.

Se l’argomento incontrerà il vostro interesse la prossima volta vi parlerò della Pieve di S.Paolo a Vendaso sulla strada per il Cerreto.

(1)Romanico- Stile dell’arte dell’Europa occidentale dalla fine del X secolo al secolo XII. Con il    romanico si riscopre l’arte romana classica dell’edilizia religiosa in contrapposizione all’architettura gotica.

(2) Abside- Struttura architettonica circolare o poligonale che si apre sul fondo delle navate.

(3) Portale Porta esterna d’ingresso.

(4) Bifora-Finestra il cui vano è diviso in due parti uguali mediante una colonnina centrale.

(5) Lesèna- Pilastro verticale che sporge da una parete muraria con funzioni decorative.

Sandro Fiore

Pieve di S.Paolo a Vendaso (Fivizzano) sulla strada che porta al Passo del Cerreto

Anche in questo caso impianto iconografico tipo basilicale: tre navate concluse da altrettante absidi. Il paramento murario della facciata denota grande differenza tra il corpo centrale e i due laterali (la Chiesa ha subito due terremoti , nel 1837 e nel 1920)

Il portale è incassato nella facciata e sormontato da lunetta con cornice ; sopra una bifora e un’apertura cruciforme. L’abside centrale, in grossi blocchi di arenaria, è coronata da archetti pensili su mensoline mentre le absidi laterali non hanno ornamenti.

Il campanile sorge a fianco, quasi al termine del lato destro. Le navate sono separate da colonne con capitelli di stile longobardo.

Pieve di S. Stefano a Sorano, X secolo a Filattiera sulla statale del Passo della Cisa

Per lungo tempo la Pieve, Chiesa cimiteriale, è rimasta priva di copertura fino al restauro del giubileo del 2000. Impianto basilicale a tre navate con tre absidi, tutta in bozze di pietra del vicino Magra grossolanamente lavorate e disposte in rozzi filaretti. L’imponente tribuna, fiancheggiata dalla torre campanaria, è la parte costruita nel X secolo, soprattutto l’abside maggiore denuncia il suo carattere preromanico con influenze lombarde e pisane: qui il coronamento ad archetti ciechi concentrici si prolunga in lesène a semicolonna impostate su pilastri. Gli archi ciechi hanno al loro interno decorazioni a rombi gradinati di chiara derivazione pisana.

La facciata è meno bella e chiaramente interessata dal restauro. All’interno le tre navate sono divise da pilastri e colonne con archi a tutto sesto.

Sandro Fiore

Pieve di S.Pietro ad Offiano (rimasta gravemente danneggiata dal recente terremoto del 21 giugno 2013)

La Pieve si raggiunge in auto percorrendo la Statale del Passo dei Carpinelli e seguendo le indicazioni dopo il ponte che supera l’Aulella prima di arrivare a Montefiore. Il paesaggio è bellissimo e si armonizza perfettamente con il complesso architettonico che sorge in mezzo ad un grande prato e che comprende Chiesa, canonica e cimitero.

La Chiesa a causa dei numerosi movimenti tellurici avvenuti nella zona oggi ha perso la sua originale struttura romanica e si presenta come un’opera barocca a causa di una prima ristrutturazione subita nella seconda metà del 1700 ed ai successivi rifacimenti dopo  i terremoti del 1837 e del 1920.

Situata lungo una variante della via Francigena fu fondata probabilmente  tra l’XI e XII secolo e viene citata in un primo atto del 1148. La Chiesa segue l’orientamento canonico est-ovest e si ritiene che il suo impianto primitivo fosse di tipo basilicale a tre navate, nel 1452 venne abbellita con la collocazione di un fonte battesimale che oggi è conservato nel Museo di Casola.

Sulla facciata, con portale settecentesco in pietra, si trova murato un frammento marmoreo raffigurante la figura di un pellegrino e nel portale interno della canonica si può vedere scolpito il simbolo malaspiniano dello “spino secco”.

Un’ultima informazione per chi volesse visitarla : purtroppo la Chiesa è aperta soltanto durante le cerimonie religiose.

Sandro Fiore

La Pieve di San Venerio a Migliarina

o meglio alla “Pieve”, perché il quartiere prende proprio il nome dalla Chiesa che sorge a fianco del Cimitero, è dedicata al monaco nato alla Palmaria nel 560 (circa) e morto all’Isola del Tino nel 630. S.Venerio è dal 1961 patrono della città della Spezia che lo festeggia il 13 settembre, in questa ricorrenza si svolge una processione in mare che prevede il trasferimento della statua del santo dalla città al Tino. Poiché il territorio dell’isola è interamente zona militare questa giornata e la domenica successiva sono le uniche date per poterla visitare.

La Pieve di S.Venerio è la più antica Chiesa cittadina , costruita nel XI secolo ( 1084) probabilmente sui resti di  un tempio pagano. E’ ad aula unica conclusa con due absidi (cosa assai rara) : una grande e una più piccola sul lato sinistro. Il campanile si erge nella parte posteriore destra, preceduto da un piccolo vano. Le absidi sono prive di coronamento (1), la maggiore ha tre monofore  strombate (2), mentre la piccola ne ha solo una.

La facciata è a capanna, con portale privo di architrave e lunetta sormontata da bifora e da apertura cruciforme, i fianchi sono aperti, in alto due anacronistiche finestre. L’interno presenta ancora pietra a vista nei catini absidali, nella paratia posteriore e nella campata destra. Recentemente, negli anni ’90, per il crollo del campanile è stata in parte ricostruita.

(1) Coronamento- Motivo terminale superiore di una struttura architettonica.

(2) Strombatura- Svasatura del muro detta anche strombo,in corrispondenza delle aperture di porte e finestre.

Sandro Fiore

La Pieve di Santo Stefano a Marinasco (inedito)

si affaccia sulla città e sul  Golfo con un panorama mozzafiato, i più coraggiosi e allenati la potranno raggiungere attraverso i sentieri del CAI, tutti gli altri potranno arrivarci in auto percorrendo la vecchia strada statale per Genova fino alla Foce quindi prendere il bivio sulla destra per la Val Durasca e proseguire per circa un chilometro. Un cartello sulla sinistra indicherà un’ultima stradina alla fine della quale si trova la Pieve preceduta da un ampio parcheggio.

La Pieve dedicata a Santo Stefano Protomartire, proprio quello del 26 dicembre, è citata per la prima volta in un documento del 950, ma oggi è di difficile lettura in quanto nel 1700, a causa di uno smottamento del terreno, ne fu invertito l’orientamento (ora l’abside è rivolta ad ovest).

Il pronao (1) che sorge davanti all’attuale facciata era  in origine l’abside; il campanile vi si addossa per fare da contrafforte.

L’interno è a tre navate divise da pilastri che racchiudono colonne in arenaria con capitelli romani.

Il paramento murario originario lo si individua ancora nei due fianchi (il destro presenta anche un coronamento ad archetti pensili).

Più interessante il fianco sinistro, in belle bozze di spessore irregolare, su cui si apre un portale romanico con architrave su mensoline e sovrastante lunetta; a lato una acquasantiera incassata nel muro.

(1) Pronao – Portico anteriore di un edificio sacro o profano di stile classico

Sandro Fiore

Pieve di Santa Maria a Vezzano basso (inedito)

E’ la Chiesa cimiteriale di Vezzano, costruita nel XII secolo, ha pianta a navata unica absidata, impostata su una precedente fondazione alto medioevale i cui resti sono visibili nell’area presbiterale.

Nel XV secolo venne aggiunta una seconda navata separata da archeggiature ogivali su pilastri. Il fianco destro, bene in vista, è in bei conci regolari e attraversato da tre monofore. L’abside è molto ampia e di bella fattura ed è aperta da due monofore a forte strombo  (per vederla si deve entrare nel cimitero e se ne scorge solo la parte alta poiché vi sono addossate cappelle funebri).

La facciata invece si apre all’esterno dell’area cimiteriale su uno spiazzo tutto in sasso; è a capanna con portale sormontato da lunetta, bifora priva di colonnina centrale e, all’incrocio degli spioventi, una piccola apertura cruciforme.

Sandro Fiore

APPENDICE di Nino Picedi Benettini (pubblicato in Lerici In didicembre 2010 e gennaio 2011)

La chiesa di San Lorenzo al Caprione e “La farfalla di luce dorata”

La chiesa di S. Lorenzo sorge sul promontorio del Caprione, verde polmone della Val di Magra e del Golfo dei Poeti. La si può raggiungere anche in auto, ma per chi desideri visitarla godendo appieno delle bellezze del paesaggio è consigliabile arrivarci a piedi.

In località Guercio di Lerici una targa indica la via per i “Monti di S. Lorenzo”. Vicino a questo borgo, un po’ sperduta nel folto del bosco, si scopre la piccola chiesa molto deteriorata dall’incuria e dalle intemperie. Notizie documentabili sul-l’insediamento della chiesa riguardano il pagamento delle “decime” relative all’anno 1297 che la parrocchia di S. Lorenzo versa alla Pieve di Trebiano da cui dipendeva (notizie riportate dal Prof. Romolo Formentini).

La chiesa è posta in una amena valletta, circondata da prati e impreziosita da piante di alto fusto di pino d’Aleppo e di cerro, uno dei quali cresciuto addirittura nell’interno della navata. Le murature sono state realizzate mediante conci di pietra calcarea del luogo, legate da malta di pozzolana.

Si presenta a pianta rettangolare, terminante con abside semicircolare, illuminata da tre finestrelle monofore ad arco. Motivo assai interessante della costruzione è il piccolo campanile incorporato nelle strutture dell’edificio, costruito contemporaneamente ad essa.

Il pilastro che sostiene il campanile è legato alle strutture della chiesa mediante archi di collegamento purtroppo in precarie condizioni di stabilità e di sicurezza. La purezza, la semplicità, l’armonioso sviluppo dell’opera ne fanno una preziosa testimonianza dell’arte romanica del 1100 e del 1200 anche se, come afferma il prof. G. De Angelis D’Ossat, alcuni aspetti costruttivi fanno pensare ad una datazione anteriore ossia del X secolo (in stile protoromanico). De Angelis visita i resti della chiesa nel lontano 1935 e si trova davanti “un edificio oggi in parte ridotto alle condizioni di rudere ad eccezione dell’abside” che lo studioso trova in “ottimo stato di conservazione”.

Attualmente purtroppo, a distanza di settantacinque anni, anche l’abside si trova in condizioni di pericolosità. In parte diroccate le mura perimetrali, perdute irrimediabilmente la facciata e la copertura, molto probabilmente lignea.

Tutto il sito esprime un grande fascino, sia per quanto riguarda il manufatto dalle armoniose linee romaniche, che per il felice inserimento nell’ambiente naturale.

Questo contesto architettonico storico ed ambientale andrebbe tutelato e valorizzato. “In primis salvando il salvabile” con interventi essenziali e rapidi, prima di perderlo definitivamente. La parrocchia di S. Lorenzo ha rappresentato per gli abitanti del Caprione, forte di una popolazione numerosa sino al rinascimento, un punto sicuro di riferimento, di assistenza e di aggregazione. Legata strettamente al borgo di Pugliola, S. Lorenzo era luogo di rifugio e di ricovero nei momenti difficili anche per le popolazioni rivierasche esposte alle invasioni dei saraceni.

La chiesa di S. Lorenzo al Caprione, che tanta rilevanza religiosa e temporale ha avuto nei primi secoli del secondo millennio, comincia a declinare intorno al 1400, quando la parrocchia di S. Lorenzo passa al borgo di Pugliola.

Negli anni 1500 e 1600 continua il crepuscolo e il decadimento della chiesa. Il suo successivo abbandono viene attribuito dal detto popolare alle incursioni e ai saccheggi dei saraceni e dei pirati.

Attualmente la chiesa e il terreno adiacente sono di proprietà privata, appartenute in passato alle famiglie Ollandini, Fabbricotti e Bibolini.

“La farfalla di luce dorata”…. di che cosa si tratta?

Ce lo spiega molto bene il prof. Enrico Calzolari studioso di archeoastrologia e semiologo dell’ambiente, appassionato cultore di storia patria. A suo parere nelle immediate vicinanze di S. Lorenzo esisterebbe un sito megalitico e la famosa “farfalla dorata” è il risultato di un fenomeno luminoso. Al tramonto del solstizio di primavera (21 giugno) i raggi del sole, raggiunta una determinata inclinazione e attraversando un varco realizzato con una particolare disposizione di pietre “megalitiche” riproducono una figura luminosa a forma di farfalla.

Interessantissimo il luogo dove avviene questo fenomeno archeologico, avvolto nel mistero, nell’isolamento e nel silenzio che invitano alla meditazione e alla contemplazione.

Megalite da” mega –lithos = pietra”, è il termine che sta ad indicare un monumento di epoca preistorica realizzato con grandi pietre lavorate grossolanamente. Possono essere monumenti funebri “dolmen”, lunghe pietre “menhir” come sono le nostre statue stele di Lunigiana o come, nel caso di S. Lorenzo, monumenti formati da due grosse pietre verticali con una terza a guisa di architrave “triliti”.

Penso che l’inserimento di questi elementi culturali storici e archeologici nel tessuto ambientale del nostro territorio, avvenuti nell’arco di un millennio, siano motivo valido di compiacimento per il grado di civiltà raggiunto dalla nostra popolazione nei secoli passati e meriti attenzione e cura nel tramandarne la memoria e nel conservarne le opere.

Nino Picedi Benettini