(da Lerici in di novembre 2011)
Golfo dei Poeti e… dei pittori
Nikolaj Nikolaevic Golfo della Spezia San Terenzo 1867. (Museo di Stato Russo – San Pietroburgo)
“… Beato te, o Poeta della scienza, che riposi in pace nel Golfo dei Poeti. Beati voi, abitatori di questo Golfo, che avete trovato un uomo che accoglierà degnamente le ombre dei grandi visitatori. Divina anima di Shelley, tu ritornerai così più spesso a questa tua spiaggia diletta.”
Questa è la fine dell’orazione che Sem Benelli fece al funerale di Paolo Mantegazza a San Terenzo il 30 settembre 1910. Da allora il nostro mare, che era stato di Venere, divenne il Golfo dei Poeti, ma molti sostengono che avrebbe anche potuto chiamarsi Golfo dei Pittori perché artisti, noti e meno noti, hanno dipinto i nostri luoghi, vi hanno soggiornato e li hanno amati.
I primi pittori, di cui si ha memoria, sono i russi aderenti al movimento detto degli “ambulanti” perché giravano per l’Europa mantenendosi con la loro arte. Uno di loro soggiornò a San Terenzo per lunghi periodi, dal 1862 al 1868, ed è Nikolaj Nikolaevic Ge che ha dipinto molti nostri luoghi, come nel quadro qui sopra dove si vede Lerici dalla spiaggia di Santa Caterina, oggi spiaggia del Colombo. I suoi famosi “Uliveto” e “Bosco di querce a San Terenzo” sono stati preparatori del grande dipinto, “Gesù nell’orto dei Getsemani” (1869).
Indubbiamente però il più famoso pittore che abbiamo avuto l’onore di ospitare è stato Arnold Böcklin (Basilea 1827 – Fiesole 1901). Böcklin nel 1881, 1884 e 1885 ha suddiviso le vacanze estive fra Viareggio e San Terenzo e nel 1893, quando ormai si era trasferito definitivamente a Fiesole, ha vissuto nel nostro paese, ad intervalli, da aprile a dicembre.
Durante le sue permanenze a San Terenzo Böcklin fu ospite, come testimoniano le lettere della moglie, nella casa di Giacomino Rossi, oggi al numero civico 26 di Via Matteotti. L’appartamento al piano terra è ancora di proprietà del pronipote, Giacomo Degl’Innocenti. Nella prossima primavera la Pro Loco di San Terenzo, in accordo con l’Amministrazione Comunale, vorrebbe porre una lapide sulla facciata della casa.
Böcklin ha lasciato un’orma indelebile nella pittura dell’Ottocento, ha ispirato artisti del Novecento come Giorgio de Chirico e continua a influenzare pittori contemporanei come Antonio Nunziante, ma di lui vorrei parlare più ampiamente in un prossimo numero del giornale.
Sio-Ca’ (Alfredo Lupi)
(da Lerici In di dicembre 2011)
Arnold Bocklin – Villa al mare 1892
Nel giornalino di novembre abbiamo già scritto di Arnold Böcklin che ha soggiornato, per lunghi periodi a San Terenzo dal 1884 al 1893, ospite del pescatore Giacomino Rossi che lo portava in barca e gli faceva degustare un ottimo vino nelle osterie locali. In questo numero vorremmo conoscere meglio sia lui che le sue opere. Böcklin nacque a Basilea il 19 ottobre 1827. Frequentò il liceo classico e corsi di disegno, ma a diciotto anni abbandonò tutto e cominciò a viaggiare per l’Europa mantenendosi con la vendita dei suoi quadri.
Dopo Bruxelles, Anversa e Parigi, nel 1850 si trasferì a Roma. Qui l’incontro con il mondo antico lo affascinò e gli fu di stimolo per i suoi quadri. A Roma conobbe Angela Pascucci, figlia di una guardia svizzera, che sposò nel 1853 e dalla quale ebbe 12 figli, sei dei quali morti in tenera età. La moglie è stata anche la sua biografa ed è proprio grazie alle sue lettere che abbiamo potuto ricostruire i loro soggiorni a San Terenzo.
Böcklin è considerato un simbolista, ma la sua pittura nasce da un tipo di simbolismo che unisce mito e realtà. Come ha scritto un suo critico: “Secondo Böcklin ogni quadro deve raccontare qualcosa, far pensare come se si trattasse di una espressione poetica e lasciare l’impressione di un brano musicale”,
La sua opera più famosa è “L’Isola dei morti”, di cui fece cinque versioni dal 1880 al 1886. In tutte le copie ci sono un rematore e una figura vestita di bianco in una piccola barca che attraversa acque profonde dirigendosi verso un’isola. Nella barca si intravede una bara.
Il luogo assomiglia molto alla nostra Isola del Tino, ma purtroppo Böcklin nel 1880 non era ancora stato nel nostro golfo. Probabilmente invece voleva rappresentare il Cimitero degli Inglesi a Firenze che egli vedeva dal suo studio e dove era sepolta la figlia Beatrice morta ad appena un anno di età.
A San Terenzo dipinse certamente nel 1892 “Villa sul mare” (nella foto) che molti ritengono preparatorio per il progetto di un “atelier” da costruirsi sul promontorio di Santa Caterina, oggi spiaggia del Colombo. Böcklin però abbandonò subito l’idea perché dissuaso dal figlio Carlo, architetto, che riteneva l’area troppo piccola per costruirvi un villino. Nei primi anni del 1900 vi costruì una villa l’ammiraglio Ugo Gregoretti, nonno del famoso regista che porta lo stesso nome.
Villa Gregoretti, per noi santerenzini da sempre “La casa gialla”, nel tempo ha avuto vari proprietari e destinazioni, oggi si chiama “Villa Belvedere” ed è una residenza protetta per anziani. Altro quadro dipinto certamente a San Terenzo nel 1893 è “Autoritratto in atelier” commissionatogli dal Museo di Basilea che ancora oggi lo custodisce.
Sio – Ca’ (Alfredo Lupi)
(da Lerici in di febbraio 2012)
Il giardino di Böcklin a Villa Marigola
Quando si parla del giardino di Villa Marigola viene subito in mente il magnifico giardino all’italiana che guarda verso Lerici. A volte si associa Arnold Böcklin e suo figlio Carlo a questo luogo, ma purtroppo si tratta di un banale errore che si è tramandato nel tempo.
La realizzazione del giardino e l’ampliamento della Villa, affidati all’architetto Franco Oliva**, avvenne dopo il 1929, data di acquisto di tutta la proprietà da parte dell’armatore Giovanni Battista Bibolini.
Nel 1893 Böcklin, dopo l’ictus che lo aveva colpito l’anno precedente, soggiornò per lunghi periodi a San Terenzo e nelle sue passeggiate verso Lerici, sulla strada costruita poco tempo prima, visitò molte volte Villa Marigola.
All’epoca il proprietario della Villa era il banchiere inglese Reginald Pearce, che l’ave-va acquistata nel 1888 da Augusto Allì Maccarani. Pearce, inglese di nascita ma ligure di adozione, essendo titolare di una grande banca a Genova, morì nel 1917 ed è sepolto nel nostro cimitero.
Quello che chiamiamo “Giardino di Arnold Böcklin” (rappresentato nella foto) è un triangolo di terra che incontriamo sulla nostra destra salendo nell’ultima curva prima dell’ingresso della Villa.
Non sappiamo se l’abbia disegnato Böcklin, ma sembra proprio ispirato da un suo quadro. Vi si respira una severa aria mistica di luogo sacro e ci si aspetta di vedere uscire quelle ninfe e quei fauni tanto cari al nostro pittore. Inoltre la somiglianza con il suo capolavoro, “l’Isola dei morti”, è notevole.
** Franco Oliva (Alghero 1885-1952). Fin da piccolo visse alla Spezia dove il padre era stato trasferito in qualità di vice prefetto. Studiò architettura sia a Pisa che a Torino. Alla Spezia progettò, fra gli altri, il Teatro Cozzani, il Teatro Civico, il Museo del Sigillo e la Prefettura. A Lerici progettò il Palazzo Comunale e il Teatro Astoria.
Sio-Ca’ (Alfredo Lupi)
(da Lerici In di novembre 2017)
Artisti tedeschi a SanTerenzo e dintorni
Abbiamo già scritto sul nostro giornale di Arnold Bocklin a Santerenzo nei numeri di dicembre 2011 e febbraio 2012 e ora Gianfranco Casaglia, che ha dato un contributo determinante quando è stata messa la targa sulla casa che ha ospitato il grande pittore, ha voluto mandarci questo articolo che ci ha fatto capire come non solo i poeti inglesi hanno prediletto il nostro territorio, ma lo hanno fatto anche molti scrittori e letterati tedeschi.
I soggiorni a San Terenzo del pittore svizzero Arnold Böcklin e di sua moglie Angela sono ben documentati nelle Böcklin Memoiren di Ferdinand Runkel (Berlin, 1909), oggi finalmente disponibili nella versione italiana, pubblicata nel 2016 dalle Edizioni Museo Ugo Guidi, Forte dei Marmi, da me curata.
La prima notizia di un soggiorno dei Böcklin a San Terenzo è del 1881. Successivamente, si ricorda un soggiorno nel 1883 ed in occasione del trasferimento a Zurigo la moglie Angela si fermerà tre settimane a San Terenzo, abitando nella casa del pescatore Giacomino Rossi.
Infine Arnold Böcklin recupererà la salute a San Terenzo nel 1892 e nel 1893, dopo il colpo apoplettico che lo aveva colto a Zurigo. Alcuni quadri e disegni ricordano i soggiorni a San Terenzo.
Ad esempio il disegno La baia di Lerici, vista da San Terenzo, 1892-1893 (pennello in nero, acquarello), lo schizzo a penna del 1892/93 Partenza di una flotta. Numerosi sono gli abbozzi della casa immaginata a San Terenzo, poi rappresentata nell’olio Villa al Mare del 1892 (foto sopra). Il quadro Assalto di Pirati del 1886 richiama il Castello di Lerici ed il paesaggio intorno a San Terenzo. Scrittori e storici locali hanno in seguito ipotizzato che Böcklin si sia ispirato a vari paesaggi nei dintorni (villa Marigola, villa Magni, Isola Palmaria).
Dal 1870 fino agli inizi del ‘900 una nutrita colonia di tedeschi soggiornò a Firenze, come ben si apprende nel recente volume di Bernd Roeck, Florenz 1900. Die Suche nach Arkadien, (Munich, 2004).
Se Arnold Böcklin fu il pittore di maggior fama, molti furono gli scultori, per esempio Adolph von Hildebrand, e gli storici dell’arte, quali Jakob Burckhard, Konrad Fiedler e Amy Warburg.
La colonia tedesca intorno a Böcklin e von Hildebrand frequentava Forte dei Marmi, affascinata dalle spiagge ancora intatte. Non ci sono elementi per ricostruire una colonia di artisti tedeschi a San Terenzo.
Alcune notizie sulla presenza a San Terenzo di scrittori tedeschi della cerchia di Böcklin emergono dagli studi collegati alla pubblicazione della versione italiana delle Memorie di Böcklin. “
Nel prossimo numero conosceremo meglio questi artisti e letterati tedeschi.
Gianfranco Casaglia
(da Lerici in di marzo 2018)
Arnold Böcklin – Assalto di pirati al castello – 1872
“Gustav Floerke, come si legge nell’introduzione al volume “Zen Jahre mit Böcklin”, curato dal figlio Hans Floerke nel 1902, conobbe Böcklin a Firenze nel 1881 (secondo altri storici nel 1879). Trascorse a San Terenzo con Böcklin l’estate del 1883 e qui, sembra, lavorò attivamente. L’unica citazione che ci resta è però molto sintetica (Zen Jahre mit Böcklin, Premessa p. 2):
“[Böcklin e Floerke] trascorsero l’estate 1883 presso La Spezia, a San Terenzo e la Vallata. Tutto quello prodotto prima del 1883 nella Vallata, insieme al tesoro di abbozzi di novelle, schizzi e studi, fu perduto – un disastro per la produzione letteraria e l’opera di Gustav Floerke – anche se egli non lo ammise – e questo ci condanna a disporre di soli frammenti”.
Niente quindi resta che ci permetta di approfondire la permanenza di questo scrittore alla Vallata e in particolare di individuare la residenza che lo ospitò.
Anche se oggi quasi dimenticata, molto più nota a quel tempo fu la scrittrice Isolde Kurz (1853 – 1944), che nacque a Stoccarda dallo scrittore e redattore Hermann Kurz (1813 – 1873) e dalla baronessina Marie von Brunnow (1826 – 1911). Hermann fu bibliotecario (1863) nell’università di Tubinga. Isolde aveva un fratello maggiore Edgar medico e tre minori Alfred, anche lui medico, Erwin e il piccolo Garibaldi (Balde). Nel 1876 Isolde seguì il fratello scultore Erwin (1957-1931) a Monaco, dove conobbe lo scrittore Paul Heyse, futuro premio Nobel, amico del padre.
Nel 1877 decise di partire per Firenze, dove il fratello maggiore, Edgar, aveva aperto un ambulatorio per stranieri. Il fratello Erwin nel 1878 fu dipendente nello studio di scultura di Adolf von Hildebrand a Firenze. Presto Isolde fu l’anello di congiunzione tra la cerchia di von Hildebrand e quella di Arnold Böcklin. Fino al 1913 ebbe casa a Firenze e dagli inizi del ‘900 domorò al Forte dei Marmi. Rientrata a Monaco nel 1913, morì a Tubinga nel 1944.
Una lettera scritta all’ami-co Paul Heyse dal Forte dei Marmi permette di datarne la sua presenza lì nel luglio del 1882, ben prima quindi di Arnold Böcklin. Il post scriptum della lettera cita sorprendentemente San Terenzo presso La Spezia, casa di Giacomino Rossi, evocando quindi il pescatore amico e locatario dei Böcklin. Questo riferimento ci ha poi portato a verificare che la scrittrice Isolde Kurz fece riferimenti a San Terenzo in alcune sue opere. Ad esempio, nel capitolo intitolato “Die stille Königin”, in Florentinische Erinnerungen del 1910, richiama un episodio di nozze celebrate a San Terenzo in cui, secondo lo sposo, il pregio della sposa era d’essere fiorentina e di parlare “Toskan”. In Ein Splitter vom Paradies (Una scheggia di Paradiso), selezione di testi, probabilmente da “Unsere Carlotta”, pubblicata nel 2003, compaiono vari riferimenti alla Spezia e a San Terenzo. Un riferimento a San Terenzo compare infine nel volume dedicato alla madre, “Mein Mutter” del 1926.
Queste note sono ancora generiche, ma confermano che Isolde Kurz non solo fu presente a San Terenzo nello stesso periodo di Böcklin, ma ne trasse qualche fonte di ispirazione. La scarsità delle traduzioni in italiano non permettono di approfondire, per ora, questo tema.
Infine, è interessante ricordare che, probabilmente dopo la morte del padre, Carlo Böcklin accompagnò lo scrittore Karl Storck in un viaggio che da Firenze lo portò sulla costa toscana, da Viareggio alla Riviera Ligure. Il diario di viaggio, con numerosi disegni ed acquarelli di Carlo Böcklin rappresentanti Tellaro, Lerici, San Terenzo, Porto Venere, fu poi pubblicato nel bel volumetto:
Carlo Böcklin, Karl Storck, “Die Florentinische Landschaft”, Stuttgart, Greiner & Pfeiffer, 1910.
Karl Sorck (1873-1920) fu uno scrittore, redattore, storico della letteratura e della musica di cui non abbiamo la biografia. Tra le sue opere si ricorda “Mozart – Sein Leben und Schaffen”, Berlino 1908.
Gianfranco Casaglia