Nell’articolo tutti i nomi riportati sulla lapide
Del monumento ai Caduti della Grande Guerra si decise la collocazione definitiva giusto un secolo fa. Ce lo spiega un articolo del quotidiano “Il Tirreno” in cui si ripercorre anche l’intera genesi del progetto. Appena finì il primo conflitto mondiale, essendosi manifestata nei patrioti lericini la volontà di onorare la memoria di quanti erano caduti combattendo contro “il nemico di sempre”, il Comitato immediatamente costituitosi, aprì una sottoscrizione pubblica per erigere un “ricordo marmoreo”.
Era il febbraio del 1919 e a presiedere il Comitato era il Tenente Generale Bonaventura Zanelli, Commendatore e Gran Croce al merito (il giornale non lesina mai nelle citazioni dei titoli) che si accorda con il Sindaco Cavalier Agostino Pagano perché la statua sorga “nel piccolo giardino sito fra il Palazzo Comunale ed il Teatro Goldoni nella piazza Umberto I” che oggi è intitolata ad Angelo Bacigalupi, l’operaio spezzino eletto nel ’19 alla Camera.
Poco dopo, però, la Giunta si dimette e alla guida del Comune viene chiamato il Commissario Prefettizio ragionier Ravera. A lui il Generale Zanelli indirizza una lettera nel settembre del ’20 perché recepisca l’invito dello scultore prescelto, il Professor Berretta, che suggerisce di spostare di qualche metro l’erigenda opera per darle una più degna collocazione sì che goda anche di una maggiore visibilità. Il Commissario delibera così che il “ricordo marmoreo” sia collocato “in cima alla scalinata in vicinanza alla colonna che sorregge il lampione pubblico”. Sul monumento appare invece la firma di S. Vatteroni che evidentemente prese il posto del prescelto. Ciò risulta anche dalla scheda tecnica dei Beni Culturali dalla quale risulta che l’opera è stata realizzata da Sergio Vatteroni, scultore, pittore, incisore di Carrara (1890-1975).
Così si fece il monumento che conosciamo tutti: un grosso cubo di marmo, bronzo e granito con scolpite le immagini di due figure maschili, allegoria del soldato come eroe antico, che sorreggono un libro aperto nelle cui pagine si leggono i nomi dei lericini caduti (Nomi illeggibili ma recuperati dalla scheda tecnica dei Beni Ambientali e inseriti come trascritti).
Gloria di Lerici, morirono in terra e in mare per la grandezza d’Italia.
I concittadini ne ricordano ai posteri il sacrificio che non fu invano. MCMXXI
Azzanni Settimo – Iacchione Pietro – Arengo Giovanni – Baracchini Pellegro – Beisso Giacinto – Bertella Lorenzo – Bertoli Guglielmo – Bonvicini Francesco – Bordigoni Olinto – Brondi Giuseppe – Gaiti Luigi – Carro Gino – Canepa Manlio – Carosini Roberto – Carosini Luigi – Castagnini Antonio – Colotto Giuseppe – Baracchini Felice – De Filippis Enrico – Colotto Giobatta – Colotto Fiorino – Corsi Oscar – Damassa Archimede – Davanzati Primo – De Biasi Mario – De Masi Pietro – De Luchi Pietro – De Luise Vincenzo – Di Francesco Achille – Dorgia Emilio – Ercolini Amilcare – Faili Rizieri – Ferrari Ernesto – Fiaccola Pietro – Franchini Giobatta – Garganese Achille – Gattoronchieri Giobatta – Giannotti Eugenio.
Alberto Scaramuccia