(da Lerici In… di marzo 2021)

Da quale età è opportuno incominciare a utilizzare lo smartphone? “Lerici In…” aveva affrontato l’argomento tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, affidando a Sergio Marchi un “decalogo per minimizzare l’esposizione alle radiazioni del telefonino” e invitando a proibirne quasi completamente l’utilizzo ai bambini. (Tali articoli sono inseriti in coda…)

Solo ora il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto in via d’urgen-za al fine di assicurare immediata tutela dei minori iscritti ai social network presenti in Italia, pochi giorni dopo l’inchiesta avviata dalla Procura palermitana in seguito alla morte della bambina siciliana che si è soffocata legandosi al collo una cintura per partecipare su TikTok alla “Black out challenge”. Il Garante ha bloccato “TikTok” per i minori di 13 anni.

Forse è proprio da qui che si dovrebbe ripartire: da quale età è più opportuno incominciare a utilizzare lo smartphone?

Dal 2009 a oggi di acqua sotto ai ponti ne è passata tantissima, soprattutto riguardo ai contenuti dei social network più scaricati dai bambini tra gli 8 e i 13 anni e alla dipendenza psicologica che essi esercitano sulle loro menti. Complice il Covid-19 che ha portato per un lungo periodo all’isolamento sociale, “legittimando” lo smart-phone a essere l’unico mezzo che ci collegasse al mondo esterno, molti bambini e ragazzini hanno così frequentato a distanza le lezioni scolastiche, hanno mantenuto i contatti con i propri coetanei, hanno trascorso gran parte del tempo libero sulle applicazioni che vanno per la maggiore.

Il Centro di ricerca benessere digitale dell’Università Bicocca di Milano (www. benesseredigitale.eu) ha raccolto una quantità ingente di dati coinvolgendo un campione di oltre tremila studenti e sostenendo che l’uti-lizzo precoce del primo smart-phone porti a un peggioramento dei livelli di apprendimento in campo scolastico. Una delle ragioni addotte potrebbe essere quella relativa all’incidenza negativa sullo sviluppo psichico dei piccoli derivante dalla riduzione del sonno, dal punto di vista qualitativo e quantitativo.

Tra i maggiori esperti di psicoterapia dell’età evolutiva si sta affermando la necessità di non concedere lo smartphone fino ai 14 anni di età. E anche da Oltreoceano si è diffusa ormai da alcuni anni la notizia secondo cui la maggior parte dei figli dei dipendenti delle grandi aziende tecnologiche della Silicon Valley studino nelle scuole senza computer o altri dispositivi elettronici, poiché fino all’età di 13 anni non ne è concesso l’utilizzo nemmeno a casa. Utilizzare gli strumenti educativi tradizionali stimola maggiormente l’apprendimento, mentre i dispositivi elettronici frenano il pensiero creativo, le relazioni sociali e il grado di concentrazione.

Trascorrere poco tempo fisicamente con gli amici comporta meno attitudine alla socialità; la mancanza di lettura di libri, riviste e giornali provoca difficoltà a leggere periodi lunghi e a mantenere la concentrazione. Bene sarebbe, dunque, ridurne l’utilizzo a un’ora al giorno o meglio, vietarlo fino al- l’inizio delle scuole superiori, quando si acquisisce una maggiore maturità e consapevolezza.

Elena Darosi

Il cellulare non è un gioco per bambini

(da Lerici In… di ottobre 2008 e gennaio 2009)

I telefoni cellulari, possono causare danni, anche gravi, alla salute dei bambini e dei ragazzi?

Gli allarmismi non piacciono, ma non piacciono neanche i “muri di gomma” dato che esiste una “casualità” troppo elevata tra siti “bombardati da onde elettromagnetiche” e tumori di varia natura.

Sta di fatto che i governi francese e statunitense hanno lanciato recentemente inviti a limitare il più possibile l’esposizione alle radiofrequenze per i ragazzi sotto i dieci anni.

Vediamo una rassegna temporale di informazioni concernenti le specifiche problematiche, riguardanti l’interazione di alcuni tipi di onde elettromagnetiche con il fisico di bambini e ragazzi.

Il neurobiologo prof. dott. Peter Semm, incaricato dalla Deutsche Telekom, evidenziò già nel 1995 una disfunzione di più del 60% delle cellule nervose a livelli molto più bassi dei valori limite delle radiazioni. Le sue ricerche furono poi confermate anche da scienziati americani.

Tanto è vero che, in base al risultato delle sue ricerche, il prof. Semm decise di liberarsi del suo cellulare. Nel gennaio 2000, il dr. George Carlo, coordinatore del programma di ricerca americano WTR (Wire-less Technology Research), iniziato nel 1993 con lo scopo di dimostrare scientificamente che la telefonia cellulare non costituiva un problema per la salute, dichiarò che è meglio applicare criteri di cautela, specie per i bambini.

Il quotidiano “La Repubblica”, il 10 maggio dello stesso anno, evidenziava un allarme sanitario in Gran Bretagna per i bambini che usano il telefono cellulare: i piccoli hanno un sistema immunitario più debole e la scatola cranica più sottile, per questo motivo devono essere maggiormente protetti dalle emissioni radio potenzialmente nocive.

L’Inghilterra ha reagito. Su iniziativa del ministero della sanità, la vendita dei cellulari ai giovani sarà in futuro corredata da informazioni sui pericoli possibili.

Bambini e ragazzi sotto i 16 anni adopereranno il cellulare solo in casi d’urgenza. La commissione ambientale dell’accademia tedesca della medicina infantile dichiara in un comunicato stampa nel dicembre del 2000 l’esplicita pericolosità nell’uso dei cellulari nelle auto, nei bus e treni a causa dell’alta irradiazione, che qui si viene a creare.

Sconsiglia inoltre l’installazione di antenne ricetrasmittenti nelle vicinanze di asili, scuole ed ospedali. Il 15 settembre 2003, l’ANSA riportava i risultati di una ricerca svedese, che era giunta alla conclusione che l’uso frequente dei telefoni cellulari nei giovani potrebbe danneggiare nel cervello le sedi dell’apprendimento, della memoria e del movimento.        

I ricercatori dell’Università dello Utah hanno scoperto che il cervello di un bambino di 5 anni assorbe una quantità di radiazioni quattro volte maggiore rispetto al cervello di un adulto. Il consiglio è quello più ovvio: utilizzare il meno possibile il cellulare per lunghe conversazioni e soprattutto proibirne quasi completamente l’uso ai bambini.

Dopo queste notizie, vediamo di riassumere in un decalogo le contromisure per minimizzare l’esposizione alle radiazioni del telefonino.

1. Limitare l’uso alle chiamate essenziali e cercare di ridurne la durata o usare sms ed
e-mail.

2. Se necessitano comunicazioni lunghe, trovare il modo di utilizzare un telefono fisso, anche per questione di costi.

3. Ai bambini dovrebbe essere permesso di utilizzare il cellulare solo per emergenza.

4. Indossare un auricolare di tipo airtube e usare soprattutto il vivavoce.

5. Non mettere il telefonino in tasca né agganciarlo alla cintura mentre è in uso o anche solo acceso.

6. Aspettare che rispondano dall’altro capo prima di avvicinare il cellulare all’orecchio.

7. Non utilizzare il telefono in spazi chiusi e ricoperti da
metallo, quali i veicoli o ascensori.

8. Non fare una chiamata quando l’intensità del segnale è al minimo.

9. Comprare un telefonino con un SAR (tasso specifico di assorbimento) basso.

10.Spegnere il cellulare e i collegamenti wi-fi durante la notte o tenerli ad almeno 4 metri.

Conclusioni? Vale per gli utenti di ogni età la regola di prevenzione suggerita dal dr. Marinelli, (Cnr di Bologna): “Usare il cellulare come una radio di emergenza”. Ricordare sempre che non esiste un limite di sicurezza nell’uso dei cellulari


Sergio Marchi – ambientalista