L’arrivo del REX a New York il 7 ottobre 1932.
Fu la più grande nave costruita in Italia prima della guerra, e partì per il primo viaggio il 27 settembre 1932 da Genova a New York
(Lerici in di giugno, luglio e agosto 2019)
di Flavio Testi
1 – Il Transatlantico REX
Il REX è entrato nella storia degli Stati Uniti per la leggendaria intercettazione dell’ 8 Maggio 1938 in pieno Atlantico a 700 miglia da New York effettuata da tre prototipi di bombardieri B17 (fortezze volanti), che localizzarono la nave e la sorvolarono, dimostrando la loro abilità di intercettazione, prima riservata solo alla US Navy. Il navigatore Kurtis LeMay divenne generale e consigliere del presidete USA per le operazioni aeree della seconda guerra mondiale. Un tributo a questo evento avvenne il 24 Agosto 2007 con la replica dell’intercettazione al largo delle Bermuda da parte di tre B52 USAF (operazione REX REPLAY) della nave appoggio John P. Bobo di stazza simile al REX
La vita del Transatlantico REX inizia il 27 Aprile del 1930 sullo scalo del cantiere navale Ansaldo di Sestri Ponente a Genova, con la cerimonia della prima lamiera dello scafo. Costruito in soli 15 mesi, è varato il 1 Agosto del 1931, presente il Re Vittorio Emanuele III e la Regina Elena del Montenegro come madrina, alla presenza di circa 200.000 persone.
Completato l’allestimento, partì da Genova per il primo viaggio il 27 Settembre 1932, alla presenza di 35.000 persone, per il servizio transatlantico tra Genova, Napoli, Villefranche-Cannes, Gibilterra, New York. Al primo approdo a New York fu accolto trionfalmente e venne visitato da oltre 50.000 persone.
Fu la più grande nave costruita in Italia prima della guerra, con 51.062 tonnellate di stazza, lunga 268,80 metri, larga 31 metri, alta 37 metri, con motori a turbina di 145.000 CV che azionavano 4 eliche di 4,70 metri di diametro. Accoglieva 2.258 passeggeri (604 in 1 Classe, 378 in 2 Classe, 410 in Classe Speciale, 866 in 3 Classe) e 756 persone di equipaggio con il massimo comfort, con cabine climatizzate e dotate di telefono.
Le sue dimensioni erano simili al Titanic, molto più avanzato tecnicamente, con una chiglia fluidodinamica studiata alla vasca navale di Vienna, un esempio di tecnologia unita allo stile, alla ricercatezza nei particolari, al lusso. Era potente, bello, elegante, confortevole, veloce ed innovativo. Una rara foto del 1933 del porto di New York riprende il REX accanto all’Olympic (gemella del Titanic) ed evidenzia le dimensioni simili. Le navi avevano 20 anni di differenza e l’Olympic sarà smantellato poco tempo dopo.
A bordo erano disponibili due piscine, palestre, cinema e teatri, biblioteca con 2.000 volumi, studio fotografico, la chiesa con dignità di parrocchia, studio per la fisioterapia, diversi negozi. Il Salone delle Feste di 500 metri quadrati in stile barocco aveva anche un tappeto kilim prodotto artigianalmente in Anatolia di 170 metri quadrati. La ristorazione era d’eccellenza e molto curata per tutte le classi di passeggeri ed ogni giorno serviva 8.700 pasti, con menù di 12 portate in prima classe.
Il REX fu la prima nave di linea italiana ad essere utilizzata nelle crociere. Degne di nota quelle nei Caraibi e nel Centro America (Panama, Cuba, Colon, La Guayra, Trinidad, Rio, Barbados) e nel Mediterraneo (Rodi, Cipro, Haifa, Porto Said ed Egitto). Si potevano anche fare delle mini-crociere tra Genova e Napoli e viceversa a prezzi popolari.
Il 16 Agosto 1933, percorrendo le 3.129 miglia da Tarifa Point (Gibilterra) alla nave faro di Ambrose (New York) in 4 giorni, 13 ore e 58 minuti a una velocità media di 28,92 nodi, conquistò il Nastro Azzurro, l’ambito trofeo per la più veloce attraversata dell’Atlantico dall’Europa all’America del Nord, strappando il record detenuto in precedenza dalla coppia di transatlantici tedeschi “Bremen – Europa” e provocando l’ira di Hitler. Fu l’unica nave italiana a conquistare questo primato, entrando nella storia della marineria mondiale e rilanciando l’eccellenza e la qualità della cantieristica italiana, ancora oggi molto considerata ed attuale.
Arrivò a New York con ben 28 ore d’anticipo facendo una rotta atlantica più a Nord del consueto, affrontato mare grosso ed un giorno di nebbia, senza mai rallentare. Come da ordini del Comandante Francesco Tarabotto, proseguì nella nebbia (non esisteva ancora il Radar) confermando al Direttore di Macchina Luigi Risso di mantenere la massima velocità e facendo funzionare le sirene della nave ad intermittenza e trasmettere via radio dal marconista Landini l’ordine di lasciare libera la sua rotta verso New York su cui procedeva a 30 nodi.
Il REX è entrato nella storia USAF per la leggendaria intercettazione dell’ 8 Maggio 1938 in pieno Atlantico a 700 miglia da New York effettuata da tre prototipi di bombardieri B17 (fortezze volanti), che localizzarono la nave e la sorvolarono, dimostrando la loro abilità di intercettazione, prima riservata solo alla US Navy. Il navigatore Kurtis LeMay divenne generale e consigliere del presidete USA per le operazioni aeree della seconda guerra mondiale. Un tributo a questo evento avvenne il 24 Agosto 2007 con la replica dell’intercettazione al largo delle Bermuda da parte di tre B52 USAF (operazione REX REPLAY) della nave appoggio John P. Bobo di stazza simile al REX.
Nel Maggio 1940, terminò il servizio transatlantico in quanto i passeggeri erano ormai ridotti, le traversate erano diventate pericolose perchè la nave veniva fermata e perquisita più volte dalle navi militari francesi ed inglesi appena si avvicinava allo Stretto di Gibilterra, oltre ad essere intercettata e fermata dai convogli militari inglesi di passaggio in Atlantico.
Con l’entrata in guerra dell’Italia, per salvarlo dai bombardamenti di Genova fu trasferito nel porto di Trieste, facendo l’unico suo viaggio nell’Adriatico, preceduto dal caccia-sommergibili Albatros della Regia Marina, con luci ridotte e schermate e non scintillanti come ricostruito dal registra Fellini nel film Amarcord.
L’8 Settembre del 1944, il REX fu spostato dal porto di Trieste, per evitare i bombardamenti della città, e rimorchiato tra Isola e Capodistria, incagliandosi vicino alla riva. Su indicazione dei partigiani, venne localizzato da quattro Spitfire dell’USAF che sganciarono i loro serbatori ausiliari e subito attaccato in due ondate successive dalle squadriglie dei bombardieri Beaufighter della Royal Air Force con 123 razzi aria-terra e 4.000 colpi di cannone, che provocarono l’inclinazione sul fianco sinistro ed un violento incendio che durò quattro giorni.
Dopo la guerra, rimasto in zona iugoslava, fu smantellato per recuperare i metalli che lo componevano. Sono state conservate le lettere del nome e la campana. Una delle sue quattro eliche in bronzo è ancora nascosta nella sabbia del fondale, a circa 150 metri dalla costa ed a 20 metri di profondità e potrebbe essere recuperabile.
Una nave di “famiglia”
Sono molto legato alla storia di questa nave per ragioni famigliari. Mio nonno Corrado all’Ansaldo Meccanico partecipò alla costruzione dei motori e delle turbine. Mio padre Metello all’Ansaldo Elettrotecnico collaudò e partecipò all’installazione della centrale elettrica. Entrambi furono a bordo durante le prove a mare per la consegna alla società armatrice il 22 Settembre 1932. La Società Italia convinse mio padre a lasciare entro quattro giorni l’Ansaldo e lo imbarcò come ufficiale addetto alla Centrale Elettrica.
Rimase a bordo l’88% del tempo di servizio della nave, più di qualsiasi altro marittimo, dal primo viaggio all’ultimo spostamento del REX a Trieste, avvenuto con un equipaggio minimo di 40 persone. Poiché era anche maestro di violino, suonò nelle orchestre della nave.
Quando ero bambino invece delle favole preferivo farmi raccontare da papà la vita sul REX e la sue esperienze americane nel decennio 1930-1940. Conosco molti dettagli della vita a bordo, l’organizzazione della nave, le tempeste in Atlantico, eventi occorsi all’equipaggio ed ai passeggeri, verificati poi sui diari di bordo.
Mio padre fu molto colpito dallo stile di vita americano con abbondanza di beni e servizi disponibili. Mi descriveva i grandi magazzini Macy’s, i più grandi del mondo, sempre aperti e dove era disponibile qualsiasi cosa un cliente desiderasse, i primi Self Service con muro di cassetti con vetro, ove da un lato venivano caricati i piatti appena cucinati e dall’altro, introducendo pochi centesimi, si apriva lo sportello per prelevare il piatto scelto.
Il REX era nel porto di New York all’arrivo dei trasvolatori atlantici di Italo Balbo il 19 Luglio 1933 alle 19,30 con gli idrovolanti che lo sorvolarono prima di atterrare nello Huston, salutati dall’equipaggio che partecipò anche ai festeggiamenti americani. Era anche presente quando il dirigibile Hindermburg si incendiò durante l’atterraggio nel 1937, notizia tempestivamente annunciata dalle insegne scorrevoli in Times Square.
Il REX trasportò sui suoi ponti due littorine della Breda per esporle alla fiera mondiale di New York del 1939 con tema “The world of tomorrow”, che mio padre visitò per vedere le innovazioni del tempo: le auto elettriche trasportavano i visitatori, una enorme macchina da scrivere della Underwood pesava 14 tonnellate, il Futurama nella sfera centrale presentava un immaginario futuro, erano presenti moderne cucine con frigoriferi, lavatrici e lavapiatti, e funzionavano i robot umanoidi ELEKTRO ed il suo cane SPARKO della Westinghouse.
Il traffico automobilistico americano era già rilevante, con le auto che dal 1932 al 1940 diventavano più moderne ed aereodinamiche, il metrò, i bus ed i traghetti sempre affollati, oltre ai grandi grattacieli, tra cui l’Empire State Building che al tempo era il più alto del mondo e su cui venne installata la prima antenna di trasmissione televisiva della NBC per irradiare il segnale nella maggior area possibile, ed i primi apparecchi TV con lo schermo circolare accesi nelle vetrine.
Le serate di gala ed i programmi di intrattenimento serale a bordo iniziavano e terminavano sempre con “L’inno del REX” che ne era la sigla. Spesso I passeggeri famosi (attori, cantanti, musicisti) partecipavano con entusiasmo. Mio padre mi raccontava con rammarico che il direttore d’orchestra Arturo Toscanini invece rifiutò sempre qualsiasi esibizione a bordo. L’orchestra del REX veniva ospitata per esibizioni al Radio City ed al Metropolitan Opera a New York. A bordo furono create l’ Orchestra Tipica Argentina e l’ Orchestra Mandolinistica.
Come su tutte le navi, si ebbero episodi di clandestini a bordo e di diserzione del personale, per lo più piccoli di camera e camerieri che si imbarcavano in Italia ed abbandonavano la nave appena giunti in America, viaggiando gratis nella loro emigrazione.
I viaggi transatlantici erano spesso turbati da burrasche ed uragani, più frequenti nella zona caraibica. La nave, anche se grande e stabile, iniziava il beccheggio e/o il rollio e grandi ondate invadevano il ponte a prua, oppure riuscivano anche a rompere vetrate o danneggiare qualche scialuppa. Interi servizi di stoviglie distrutte, passeggeri caduti od infortunati. Ma accadevano anche situazioni dolorose, come l’incidente alla vigilia di Natale 1937 che costò la vita al nostromo Roberto Sbolgi e ferì due marinai durante l’approdo in rada a Villefranche, ove l’ancora precipitò in un basso fondale non segnalato, trascinando tutte le maglie della catena. Venne poi recuperata il 6 Aprile 1938 dalla famosa nave Artiglio con i suoi palombari. Ma anche consulenze mediche via radio richieste da altre navi, interventi chirurgici nell’ attrezzato ospedale di bordo o funerali in mare.
Nel periodo del suo servizio atlantico, dal Settembre 1932 al Maggio 1940, il REX fece oltre 100 viaggi Italia-USA e ritorno, ed una dozzina di crociere trasportando oltre 300.000 passeggeri di ogni tipo e nazionalità.
Il salvataggio degli ebrei europei
Nei decenni tra la prima e la seconda guerra mondiale, il maggior numero degli ebrei europei risiedeva in Russia e nei paesi dell’Europa orientale, la Polonia, la Cecoslovacchia, l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria, la Germania e l’Austria. Gli ebrei italiani erano circa 45.000 oltre ad altri 10.000 residenti di nazionalità estera.
Il 1933, con l’avvento al potere di Hitler, segna l’inizio dell’esodo dalla Germania dei cinquecentomila ebrei tedeschi che vi risiedevano. Prima del 1938, circa duecentocinquantamila ebrei lasciarono la Germania, molti dei quali per la Palestina (nel solo 1933, circa 35.000). Nel 1938, l’annessione dell’Austria alla Germania obbligava gli ebrei che lo potevano a lasciare anche quel paese.
Nel Maggio del 1938 Hitler visitò Roma per ricambiare la visita di Mussolini ed il mese dopo esperti tedeschi di razzismo vennero in Italia per istruire i funzionari italiani su questa pseudo-scienza. Due mesi dopo, il 14 luglio del 1938, venne pubblicato il “Manifesto della razza”, con la teoria della razza ariana italiana ed il 1° settembre 1938 venne emanata la legge: tutti gli ebrei italiani furono banditi dalla vita pubblica e le scuole furono precluse ai bambini ebrei. All’interno del partito fascista, tra i pochi ad opporsi fu Italo Balbo.
Dopo pochi giorni venne emanato il decreto che a bordo delle navi italiane le leggi razziali erano sospese. Nel 1939, Dante Almansi, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, è autorizzato a creare un’organizzazione per assistere i rifugiati ebrei giunti in Italia da altre parti d’Europa, conosciuta come DelAsEm, (Delegazione Assistenza Emigranti Ebrei) con l’ importante sede di Genova che tra il 1939 e il 1943 aiuterà oltre 5.000 rifugiati ebrei a lasciare l’Italia e raggiungere paesi neutrali. A Vienna invece operava la HIAS (Hebrew Immigration Assistance Society) specializzata ad ottenere nuovi documenti o visti di espatrio.
I passeggeri ebrei sul REX, distribuiti in tutte le classi con imbarco a Genova od a Cannes, iniziarono ad essere notati già nel 1934, con un graduale incremento sino a raggiungere numeri elevati negli anni successivi, sino al 20 Maggio 1940 con l’ultimo viaggio del REX. Nei viaggi verso gli USA la nave era completa, mentre in direzione Europa trasportava solo qualche centinaio di passeggeri.
Dal 18 Marzo 1936, a cura dell’ Union of Orthodox Jewish Congregations of America, per far fronte al grande numero di passeggeri ebrei in fuga dall’Europa, sul REX furono imbarcati il rabbino americano Max Green ed il cuoco Philip Klein. A bordo fu allestita una cucina Kosher con menù personalizzati e piatti con scritte in caratteri ebraici.
Nello United States Holocaust Memorial Museum di Washington sono raccolte parecchie testimonianze fotografiche, scritte e registrate degli ebrei europei fuggiti a bordo del REX. Tutti confermano la grande cura con cui furono accolti dall’equipaggio ed il perfetto trattamento ricevuto durante la traversata, che compensava le pene subite e li aiutava a dimenticarle.
Le vie di fuga più usate erano il passaggio dall’Austria a Trieste in Italia, per proseguire in treno sino a Genova ove si attendeva l’imbarco sul REX. In alternativa si passava in Francia per raggiungere la nave allo scalo di Cannes.
Dal numero di viaggi transatlantici della nave, considerando una media ridotta di passeggeri a bordo, circa 30.000 ebrei viaggiarono sul REX verso gli Stati Uniti.
Quella che molti consideravano la nave dell’orgoglio fascista, divenne invece la “nave della salvezza” grazie all’equipaggio del transatlantico italiano REX che meriterebbe a pieno titolo di essere ricordato nel “Giardino dei Giusti tra le Nazioni”.
Flavio Testi