(da LERICI IN di aprile 2020) articolo di Aubrey Hill

Oscar Wilde, il famoso scrittore e drammaturgo irlandese vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, amava dire che l’Inghilterra e l’America sono due nazioni separate da una lingua comune e come sempre ci azzeccava. Non solo alcune parole hanno un significato diverso ad es: “pants” significa mutande in inglese e pantaloni in americano, ma spesso parole che hanno il medesimo significato sono scritte in maniera diversa.

Molti anni fa fui assunto da un’impresa italiana per aiutarla a vendere alcune sue controllate a una multinazionale anglofona. Il mio primo compito fu quello di inviare all’amministratore delegato un rapporto in inglese che descriveva le attività delle società in vendita. Quest’ultimo aveva fama di essere estremamente esigente e divenni naturalmente ansioso quando mi telefonò con tono brusco chiedendomi di raggiungerlo nel suo ufficio per discutere del mio rapporto.

Arrivato nel suo ufficio, mi mostrò lo schermo del suo computer sul quale vidi che quasi ogni riga del mio rapporto conteneva una o più parole sottolineate in rosso dal programma di controllo ortografico. Il suo commento fu “Pensavo sapessi scrivere in inglese. Come mai questo rapporto è pieno di errori?”.

Dopo essermi ripreso dalla sorpresa, gli chiesi di potere usare la sua tastiera e cambiai il settaggio del programma di controllo della scrittura dall’inglese americano all’inglese britannico. Come per magia, tutte le linee rosse sullo schermo scomparvero. Il mio unico commento fu “Questo è il mio inglese”. Non si scusò e mi congedò con poche parole ma da quel giorno non dubitò più sulla qualità del mio inglese.

Ma quali erano gli “errori” (le differenze) che il programma aveva identificato? Fondamentalmente quattro:

i verbi che in inglese finiscono con -yse come “analyse” in americano finiscono con -yze ossia “analyze”.

I verbi che finiscono con una vocale seguita dalla “l” ad es: “travel” in inglese acquisiscono un’altra “l” nel participio presente “travelling” e nel participio passato “travelled” mentre in americano no, ossia “traveling” e “traveled”.

I sostantivi che in inglese finiscono con una vocale seguita da -ller come “traveller” in americano finiscono con -ler ossia “traveler”.

I sostantivi che in inglese finiscono con -our o -nce come “colour” e “defence” in americano finiscono con -or e -nse ossia “color” e “defense”.

Ci sono altre differenze ma sono meno importanti, per esempio: mentre in inglese c’è un unico spelling per parole tipo “analogue”, “light” e “programme”, in americano possono anche essere scritte “analog”, “lite” e “program”. Ma non tutto è diverso! Ad esempio in inglese i verbi che finiscono con -ise come “organise” possono anche essere scritti come in America ad esempio “organize”.

Alla fine, non importa quale inglese usiate; l’impor-tante è che sia sempre lo stesso. Ovvero bisogna evitare frasi del tipo “We don’t analyze sales; we ask our customers if they like the flavour and colour of our products.” (Non analizziamo le vendite; chiediamo ai nostri clienti se piacciono loro il gusto e il colore dei nostri prodotti.) dove l’autore ha usato sia lo spelling americano (“a

nalyze”) sia quello inglese (“flavour” e “colour”) nella medesima frase, compromettendo la continuità del testo e aggiungendo confusione.

Aubrey Hill (aubrey.hill@bizenglishsrl.com)

(Aubrey Hill abita tra Londra e Montemarcello e per lavoro aiuta professionisti e imprese a comunicare in inglese.)