Anteprima (da Lerici In di dicembre 2022)
Per i 30 anni dal record del Destriero (9 agosto 1992) abbiamo contattato la famiglia di Massimo Minetto Robino, il lericino componente dell’equipaggio del Destriero nella traversata atlantica dei record e che avevamo già interpellato, nella ricorrenza dei 20 anni, su Lerici In di ottobre 2012 (vedi link sotto) .
Purtroppo abbiamo appreso che Massimo ci ha lasciato agli inizi dell’anno, però sua figlia Stefania volentieri si è detta disposta a farsi intervistare al posto del papà. SF
L’intervista del trentennale quindi è stata fatta a Stefania Minetto Robino.
D.: Sig.ra Stefania Minetto Robino si ricorda come suo papà è entrato a far parte dell’equipaggio del Destriero?
R.: Sì, lo ricordo bene: in realtà era stato “prestato” da Fincantieri e, quando gli chiesero di partecipare al progetto, lui era in trasferta in Ecuador e ritornò subito. Ovviamente quest’incarico lo impegnò molto dall’autunno 1991 alla primavera 1992 con test, prove a mare, agli apparati…; andò anche per circa un mese a Pavia per imparare le procedure di emergenza (mi raccontava che seguiva gli stessi protocolli degli astronauti), insomma fu un periodo piuttosto intenso ma lui ne andava fiero!
D.: Della traversata e della successiva premiazione cosa le ha raccontato?
R.: Mi ha raccontato che è stata un’impresa emozionante, fantastica, che ha contrassegnato tutta la sua vita. Ne era orgoglioso!
Mi raccontava l’attesa e la trepidazione prima della partenza poi, quando arrivò il giorno della partenza la tensione era al massimo. Partirono da New York e mi diceva che, quando passarono sotto la statua della Libertà, calò il silenzio, erano tutti concentrati sulle sfide che li attendevano, erano tutti sul pezzo; fu un grande impegno fisico.
Viaggiarono di notte senza fari a una media di 100 km all’ora e saltavano letteralmente da una parte all’altra. Il Destriero dopo 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alle prime ore dell’alba arrivò alle isole Scilly e i guardiani del faro di Bishop Rock sgranarono gli occhi e increduli dissero: “Già qui? Avete volato!”. Mi raccontò che all’arrivo dovettero addirittura tornare indietro e rifare l’ingresso perché i giornalisti e i fotografi non erano ancora arrivati! Solcarono l’oceano alla media di 53,09 nodi, cioè di km/h 98,323 con punte di 125 km/h!
Fu un’impresa clamorosa, la gente lo aveva capito. Che avessero fatto qualcosa di grande lo avevano intuito anche loro, ma se ne accorsero solo al ritorno in Sardegna, quando vennero accolti da una miriade di imbarcazioni di ogni genere che resero difficile la loro navigazione scortandoli fino a Porto Cervo; all’entrata in porto poi furono sorvolati da tre elicotteri dell’Aereonautica Militare, che sommersero il Destriero di fumogeni tricolori. Fu un’emozione impareggiabile e mio papà me la raccontava con una luce negli occhi che non gli avevo mai visto.
Ricordo i messaggi di congratulazioni da parte di tutte le più alte cariche dello Stato; lui mi raccontò di una telefonata di congratulazioni anche dall’avv. Agnelli; io vedevo mio papà sui TG nazionali; l’equipaggio fu invitato in RAI in una trasmissione sportiva, e arrivò anche, a sorpresa, l’invito al Quirinale del presidente Oscar Luigi Scalfaro che li insignì tutti con la medaglia di cavalieri del lavoro.
Ricevettero a New York il Columbus Trophy dal Yacht Club New York e furono premiati da Richard Branson con il Virgin Trophy.
Dopo i festeggiamenti mio papà ha continuato il suo lavoro in Fincantieri fino alla pensione.
D.: Ci può raccontare della festa del trentennale del Nastro Azzurro?
R.: Il 3 agosto si è tenuta la cerimonia presso Fincantieri Muggiano per festeggiare i trenta anni del- l’impresa del Destriero. Erano presenti tutti gli uomini dell’equipaggio, tranne Massimo, mio papà, Giuseppe Carbonaro e il comandante Odoardo Mancini che sono mancati. Il loro attestato è stato ritirato dai famigliari.
L’incontro è stato promosso dagli Stati Generali del Patrimonio Italiano e Fondazione Fincantieri: oltre a conferire un riconoscimento all’equipaggio, è stata un’occasione per dare corso al tentativo di convincere il principe Aga Khan (attuale proprietario) a riportare a casa un’icona del Made in Italy che non ha eguali. Il Destriero è finito prima in Inghilterra e oggi purtroppo giace nei Cantieri di Lurssen in Germania.
Sarebbe bello riportarlo qui alla Spezia, dove è nato, e poterlo nuovamente rendere fruibile, mi auguro davvero che l’iniziativa di recupero possa andare a buon fine.
Attraverso i racconti di papà ho vissuto tutte le emozioni di questa meravigliosa avventura, dal coraggio, al senso di appartenenza ad un team, ad un’azienda e ai suoi valori, allo spirito di squadra e l’inevitabile affezione tra gli uomini dell’equipaggio; insegnamenti che mio padre mi ha trasmesso anche nella vita e di cui gli sono infinitamente grata, perché oggi vivono in me. SF
Info sul Destriero
Dopo il Rex (1933) un’altra nave italiana ha conquistato il Nastro Azzurro e nell’equipaggio c’è ancora un lericino: Massimo Minetto Robino.
La nave Destriero (lunghezza m. 67,7, larghezza m. 13), con propulsione a idrogetti è stata costruita dalla Fincantieri del Muggiano nel 1991. Dal 6 al 9 agosto 1992 attraversò le 3106 miglia nautiche dell’Oceano Atlantico, che separano New York (faro di Ambrose Light) al faro di Bishop Rock nelle isole Scilly (GB), in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi a una velocità media di 53,09 nodi (98,323 Km orari).
Il Destriero è stato insignito al suo arrivo a Plymouth con il Nastro Azzurro, che sventolava anche il 5 settembre 1992 a Porto Cervo, dove è conservato e dove fu inoltre premiato con il Columbus Atlantic Trophy del New York Yacht Club (per la doppia traversata atlantica) e con il Virgin Atlantic Trophy messo in palio dal magnate Richard Branson (per la più veloce traversata est-ovest od ovest-est dell’Atlantico).
Relativamente al Nastro Azzurro,
tra gli storici navali vi è chi contesta al Destriero la validità della sua attribuzione, principalmente poiché l’impresa si è compiuta sulla rotta New York – Bishop Rock (da Ovest verso Est) e non da Est verso Ovest, come avvenuto per le grandi navi di linea. All’andata il Destriero, incappando in una tempesta, aveva fallito il record ed era arrivato a New York dopo più di 100 ore.
Sta di fatto che al Destriero è stato consegnato a Plymouth il Nastro Azzurro e questo è sventolato alla cerimonia di Porto cervo ed è lì conservato allo Yacht Club Costa Smeralda di Porto Cervo
Sandro Fascinelli