da Lerici In di giugno 2023

Fratel Roberto Danti (foto sotto) è nato alla Spezia nel 1969 e ha sempre vissuto a San Terenzo fino all’età di 34 anni, quando è entrato nella comunità dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas il 1° aprile 2003. Dal 2019 vive a Nazareth nella piccola fraternità di san Charles de Foucauld. L’abbiamo contattato e intervistato per conoscere la sua esperienza e per dare uno sguardo privilegiato ad una realtà lontana da noi ma che ha avuto un’importanza fondamentale per il cristianesimo e quindi per tutta la cultura occidentale.

Fratel Roberto Danti

D.: Fratel Roberto com’è nata la sua vocazione nei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas e quali circostanze l’hanno portata a Nazareth?

R.: Più di venti anni fa, all’epoca lavoravo all’ATC come autista, cercavo un luogo dove poter trascorrere alcuni giorni di preghiera. Avevo le ferie e sentivo questo desiderio di preghiera, ma non sapevo dove andare. Adriana Corio, una cara amica di San Terenzo, che ha avuto per tanti anni un negozio di abbigliamento proprio davanti alla chiesa, un giorno quando stavo andando alla Messa mi fermò e mi parlò in maniera così entusiasta dei Piccoli Fratelli dell’abbazia di Sassovivo che mi convinse ad andarvi (foto sotto).

Abbazia di Sassovivo

Devo confessare che il primo impatto non fu facile, infatti il raccoglimento e il silenzio che avevo molto desiderato mi spaventarono così tanto che decisi di ripartire subito dopo il pranzo.

In giardino però incontrai fratel Giancarlo, il fondatore della nostra piccola comunità, che mi propose di rimanere fino al giorno dopo, visto il viaggio che avevo fatto.

Accettai la proposta e rimasi per la notte.

Il giorno dopo tutto mi sembrava diverso tanto che da una settimana chiesi di prolungare il soggiorno fino a dieci giorni. Così conobbi la nostra comunità. Vi ritornai in seguito altre due volte in breve tempo fino a che, consigliatomi anche con don Luciano un amico salesiano, domandai di potervi entrare.

I primi due anni li passai proprio all’abbazia di Sassovivo poi andai in un’altra bella abbazia, quella del Goleto in Alta Irpinia e precisamente a Sant’Angelo dei Lombardi (AV) dove trascorsi quattordici anni bellissimi.

Purtroppo nel 2019 venne a mancare improvvisamente fratel Paolo Onori che stava a Nazareth con fratel Alvaro.

Oltre al dispiacere per la scomparsa di un caro fratello si creò anche il problema di qualcuno che lo sostituisse. Diedi la mia disponibilità che fu accolta e cosi nello stesso anno arrivai qui insieme con fratel Giovanni Marco. Oggi nella fraternità di Nazareth siamo in tre Alvaro, Giovanni Marco ed io (foto sotto).

D.: Come si articola il suo lavoro settimanale?

R.: La nostra è una vita piuttosto semplice: si divide tra la preghiera, la vita fraterna e il lavoro. Io mi occupo in particolare della cucina, c’è poi chi pensa alla lavanderia e chi al giardino. Abbiamo anche l’accoglienza dei pellegrini. Infatti, anche se certamente non tanti quanto quelli che visitano la grotta dell’Annunciazione, sono diversi quelli che vengono da noi.

Qui infatti ha vissuto per tre anni dal 1897 al 1900 fratel Carlo di Gesù, san Charles de Foucauld.

E, come dicevo, sono diversi quelli che provenendo soprattutto dalla Francia e dall’Italia ma anche da altre parti del mondo, desiderano sostare un momento nella sua cappella (foto sotto) e spesso chiedono di incontrarci.

Qui a Nazareth facciamo veramente esperienza del- l’universalità della Chiesa e questa è una grande grazia. A volte si affacciano alla nostra fraternità anche musulmani ed ebrei, perché è un bel luogo con un bel giardino e sono attirati ad entrare.

D.: Ci può descrivere la grotta dell’Annunciazione e cosa provano i pellegrini nel visitarla?

R.: Dell’antica grotta è rimasto molto poco. All’interno, sul pavimento, vi è un medaglione in laterizio che ricorda che qui il Verbo si è fatto carne. Infatti qui la Vergine Maria ricevette l’annuncio dall’angelo Gabriele (foto sotto) che sarebbe diventata la madre di Gesù, la madre di Dio. Questa tradizione che individua qui l’annunciazione è molto antica, risale infatti ai primissimi secoli del cristianesimo. Inoltre vi sono stati trovati dei graffiti che testimoniano quanto sia antica anche la devozione a Maria. I cristiani da subito si sono rivolti a lei per vedere soddisfatte le proprie suppliche. È dunque da secoli che vengono pellegrini da tutto il mondo per sostare un momento in preghiera davanti ad un luogo così importante.

Durante tutta la giornata c’è un flusso costante di gente e non è sempre facile trovare il raccoglimento necessario, ma per tutti credo sia una esperienza indimenticabile. Non sono solo pellegrini cristiani a passare da qui, ma anche di altre fedi o non credenti.

È facile ad esempio, soprattutto il sabato, che in Israele è il giorno di riposo, trovarvi degli ebrei. Non so bene che cosa li spinga a venire qui, penso il desiderio di visitare un luogo che comunque ha segnato la storia dell’umanità, e probabilmente uniscono questa visita a quella del suq cioè del mercato, che è piuttosto suggestivo. È abbastanza facile riconoscerli, il loro atteggiamento è abbastanza diverso, mi sembra che si trovino un po’ spiazzati, ma sempre rispettosi.

D.: Come sono attualmente i rapporti tra le religioni monoteiste?

R.: Per noi al seguito di fratel Carlo di Gesù, che è conosciuto come il fratello universale, è molto importante la fraternità. Al suo seguito, e ancora di più al seguito di Gesù, cerchiamo di viverla con tutti quelli che incontriamo indipendentemente dalla loro fede o dalla loro mancanza di fede; e questo nella vita quotidiana: al supermercato, alla posta, all’ospedale dappertutto.

Quadro con san Charlesde Foucauld. e Gesù

Mi sembra che gli altri facciano altrettanto. Non si dovrebbe complicare la vita, la vita è semplice e nella quotidianità della vita è possibile intessere relazioni fraterne. Lo so quante difficoltà vi sono nel mondo, e a volte quante tensioni creano le religioni. Noi abbiamo scelto di percorrere una via diversa e cioè quella della fraternità. Se avessimo qualche dubbio sulla bontà di tale via ci basta guardare papa Francesco e subito si dissolve. Vediamo infatti come il santo Padre sia impegnato in un instancabile dialogo con tutti.        

Sandro Fascinelli

(da Lerici in di luglio 2023)

D.: Cosa prevede per il suo futuro? Il ritorno in patria o altre esperienze di missione?

R.: Ogni sei anni ci riuniamo in capitolo ed è un momento molto importante, in cui ci ritroviamo insieme, tutti i fratelli, preghiamo insieme, riflettiamo insieme e decidiamo anche i componenti delle varie fraternità. Quello che stiamo vivendo, come comunità, non è un momento facile perché stiamo diminuendo di numero e stiamo invecchiando, come del resto sta avvenendo anche in Italia e più in generale nell’Occidente, ma viviamo tutto questo senza preoccupazioni eccessive, in pieno abbandono a Dio.

Non dipende quindi solo da me decidere del mio futuro, ma è una decisione che prendiamo insieme, generalmente durante il capitolo. Per quanto dipende da me, a Nazareth ci sto bene e spero di rimanerci ancora a lungo, ma sono disponibile anche ad andare altrove.

D.: Se potesse esprimere un desiderio, cosa pensa servirebbe a pacificare i rapporti tra palestinesi e israeliani?

R.: Una volta ho sentito dire, non ricordo più da chi, che perché israeliani e palestinesi possano trovare la pace è necessario che ciascuna delle due parti sia disponibile a perdere qualcosa. Se ciascuno vuole ottenere tutto quello che pensa essere un suo diritto non vi sarà riconciliazione.

Mi convince questa affermazione: le due parti dovrebbero mettere il valore della pace al di sopra di tutti gli interessi particolari. Inoltre credo che vi sia bisogno di figure illuminate che perseguano questa via della riconciliazione. Lo spero tanto, finirebbe tanta sofferenza inflitta ingiustamente. Per quanto riguarda noi siamo qui per intercedere perché questo bene prezioso della pace si possa raggiungere. Intercedere significa tenere un braccio sul popolo palestinese e l’altro sul popolo ebraico e così diventare ponti, mediatori di pace e di fraternità.

Torna ancora questa parola fraternità: vi credo molto. Credo molto nel valore della fraternità, credo che sia importante inserire nel nostro mondo lacerato da lotte e discordie un po’ di fraternità.

Sandro Fascinelli

Fratel Roberto Danti parla della sua esperienza a Nazareth (cliccare sul link qui sotto)

https://www.facebook.com/watch/?v=309936454639981