(da Lerici In di Luglio-agosto 2024)
Walter Tacchini a 87 anni non se la dorme ma è sempre in pista con nuove creazioni. Artista nato, ma lui si definisce più modestamente “un artigiano pensante”, dopo le esposizioni al castello di Lerici e le mostre con le sue maschere in giro per l’Italia, recentemente è tornato tra i ragazzi con due rappresentazioni, una musicale e l’altra artistica di scultura.
In contrapposizione ad Oscar Wilde che nella prefazione al suo libro “Il ritratto di Dorian Gray”, pubblicato nel 1890 afferma: “Tutta l’arte è completamente inutile”, Walter Tacchini il creatore del “Carnevale dell’Omo ar Bozo” di Ameglia e di innumerevoli opere d’arte sparse in tutto il mondo ha affermato che: “l’arte è l’unica cosa inutile che serve: chi si esprime con l’arte non fa la guerra, è un linguaggio di pace.
Questo l’ha ribadito il 26 maggio scorso al Teatro Impavidi di Sarzana nello spettacolo Archetipi danzanti della scuola di danza ASD Danseàvie CorpoUnico della Spezia diretto da Greta Sabbatini. (nella foto sopra è a sinistra)
Lo spettacolo è stato un omaggio all’arte di Walter Tacchini, trasformata in danza. Un’arte che dà e riceve emozioni, con la quale gioiamo o esprimiamo dolore. Dalla musica si è passati all’arte il 6 giugno scorso con l’inaugurazione di una scultura realizzata da Tacchini nel plesso delle scuole di Arcola.
Per comprendere il collegamento tra arte e musica abbiamo chiesto a Walter Tacchini a di rispondere a qualche nostra domanda.
D.: Com’è nata l’idea di erigere una scultura presso le scuole di Arcola?
R.: Me l’ha chiesto il sindaco Monica Paganini. Il Comune ha messo tutti i materiali e si è trovato una scultura gratis. Nessuno regala niente ma io l’ho fatto per i bambini perché imparino la teoria dei colori. Si passa dal giallo, al magenta e al celeste. Prima gli ho fatto anche una lezione sui primari, come si possono comporre e come si dimezzano, come si possono avere i secondari, i terziari, i legami, i complementari e così via. Sono rimasti entusiasti del lavoro, poi la scultura ognuno la guarda e l’interpreta come vuole. La spiegazione servirà loro per capire che il magenta, il celeste e il giallo sono colori primari e il rosso è un terziario.
D.: Perché hai nominato l’opera Triade maggiore?
R.: Come esistono in musica sette note esistono anche in pittura sette note di colore: tre primari, tre secondari e il nero. Il suono in musica corrisponde nella pittura al bianco della luce.
D.: Come intendi l’arte?
R.: L’arte è un linguaggio universale. L’artista deve lavorare con la gente per far capire questo linguaggio universale che è di pace prima di tutto, perché, se ci si esprime, la guerra non la farà mai.
Se vuoi far unire e comunicare la gente, devi svegliarla dal chip che ha nella testa. Tutti i ragazzi ora hanno il chip nella testa, non sanno più lavorare con le mani, non sanno più comunicare, comunicano solo col chip che poi vuol dire telefonino, computer, televisione… La verità per loro è questa ma la verità è un’altra cosa.
Sandro Fascinelli
L’arte è l’unica cosa inutile che serve: chi si esprime non fa la guerra, l’arte è un linguaggio di pace.