Se possiamo continuare a chiamare il nostro golfo come Golfo dei Poeti, lo dobbiamo a dei coraggiosi ambientalisti che fermarono sul nascere il cosiddetto “Parco Boe per superpetroliere”, arrivato a pochi passi dall’approvazione finale. Ricordiamo quei fatti oramai dimenticati con il racconto di una testimone oculare, Emanuela Biso e di Alberto Scaramuccia ricercatore di storia locale. S. F.
1 Colombo fermato da Soldati

È passato tanto tempo ma il ricordo di quel giorno mi fa ancora gioire. Dopo mesi di campagna mediatica pro superpetroliere nel Golfo della Spezia, tutti d’accordo: il Comune, i partiti, i sindacati. Con l’arrivo delle superpetroliere la Spezia sarebbe rifiorita, grandi guadagni, posti di lavoro e altro. Italia Nostra si era sfinita per spiegare gli effetti negativi del progetto. Era stato ormai fissato il giorno in cui il ministro Vittorino Colombo avrebbe firmato l’autorizzazione in favore del parco boe. Italia Nostra Apuolunense alla Spezia si era data da fare per convincere la gente e le autorità che il progetto avrebbe danneggiato per sempre il golfo, ma sembrava che ormai fosse tutto concluso. L’allora presidente della sezione Apuolunense, Luigi Biso, fece un ultimo tentativo. Amico di Mario Soldati, che era ben conosciuto e ben visto alla Spezia e che abitava nella sua villa di Tellaro sul mare, andò a parlare con lo scrittore e gli disse: “Mario, saresti contento di vedere passare le super petroliere davanti a casa tua e inquinare il Golfo dei Poeti? Se vuoi possiamo provare ad impedirlo”. Il giorno dopo ci sarebbe stata la firma del ministro sulla Amerigo Vespucci.
Ricordo ancora il bel veliero ancorato alla Spezia, Il fischio ripetuto per salutare gli ospiti. Con la complicità dell’ammiraglio Giuliano D’Este, allora comandante del porto della Spezia, riuscimmo ad entrare nella nave io, mio babbo Luigi e Mario Soldati, con il suo bastone da passeggio ed il berretto da marinaio.
Ci furono sulla nave i vari discorsi, prima il benvenuto al ministro Vittorino Colombo da parte del sindaco, poi parlò il ministro: “Sono stato portato in elicottero a visionare questo magnifico golfo e dall’alto vedere l’azzurro del mare ed i paesi della costa. Da quanto ho appreso tutti sono d’accordo che un parco boe per superpetroliere porterà giovamento alla città, perciò sono qui per firmare il decreto”.
A quel punto scattò Mario Soldati che, puntando in alto il suo bastone, urlò: “Lei non firmi!“. Ci fu un silenzio generale. Il ministro chiese: “Chi è lei?” “Sono Mario Soldati, scrittore”.
Il ministro replicò: “Lei firmi i suoi libri, io firmo i miei decreti“. “Ma questo è un progetto folle, ci pensi bene prima di firmare!” replicò Soldati.
A questo punto il ministro rimandò la firma perché volle nel pomeriggio ascoltare il parere di Italia Nostra, di Mario Soldati e di altri.
Così Vittorino Colombo non firmò mai quel decreto e nel Golfo dei Poeti non entrarono mai le superpetroliere, grazie al colpo di mano di Italia Nostra e ad un ministro intelligente. Questo quello che ricordo.
Dai giornali dell’epoca risulta invece che il battibecco fu più colorito.
Così riporta “Il Male”, settimanale politico di satira del 20 giugno 1978.
Vivace scambio di battute sulla Vespucci tra il ministro Colombo e Mario Soldati

Lo scrittore ha chiesto il blocco del progetto di un parco-boe per superpetroliere alla Spezia.
Il dibattito sull’ecologia svoltosi alla Spezia era iniziato in tutta tranquillità. Si è deciso tutto nel finale quando Mario Soldati non ha dato tregua a Vittorino Colombo, Il nostro ministro della Marina Mercantile. “Lei deve dire no al parco-boe per superpetroliere che vogliono costruire all’imboccatura del Golfo!”
Ha gridato dal fondo della sala Soldati. “All’Italia serve il petrolio” ha risposto urlando il ministro Colombo. “Lei non firmi il decreto” gridava sempre più forte Mario Soldati “solo così può fermare il petrolio” e il ministro a squarciagola: “Parco-boe!”. A questo punto probabilmente Soldati deve avere equivocato. “Porco bue a me? Ma sa cosa le dico Lei è un ministro senza porta con maniglia!” “E lei è un senatore a morte presunta!” “Colombo!” “Soldatini!” “Vimmilano!” “Mercenari!” “Uccello!” “Brigatista”, “Cristo-foro l’uovo, e te le ovaie!” È il colpo decisivo. Il sottosegretario dall’angolo lancia la spugna. Mario Soldati vince!!
Fonte da Il Corriere della Sera del 20 giugno 1978.
Emanuela Biso
Italia Nostra sezione Apuolunense
2 Soldati paladino del Golfo

La poliedrica figura di Mario Soldati (foto sopra) che si snoda lungo l’intero Novecento come intellettuale, scrittore, regista, quelli della mia generazione l’hanno conosciuta nei primi anni del teleschermo. Quando la televisione era ancora in bianco e nero, lui, basco sul capo e toscano fra i denti, girava per la Pianura Padana per mostrare dal vivo ad un pubblico che non la conosceva, le varietà della valle del Po evidenziandone le caratteristiche enogastronomiche.
Quell’inchiesta condotta con la telecamera invece che con la penna non fece fatica a diventare popolare. Le caricature a volte veramente irrisorie (le rivediamo spesso nei programmi delle Teche Rai) confermano l’affetto se non addirittura l’amore con cui il pubblico televisivo, già smaliziato sebbene ancora sparuto, seguiva, spettatore fedele, le puntate di quella serie. Dirai, bella forza c’era solo quello ma l’inchiesta di Soldati coltivava negli spettatori la consapevolezza che un territorio non lo si abita ma lo si vive e la condizione prima perché ciò avvenga è conoscerlo in ogni sua sfaccettatura, abitudini alimentari comprese perché noi siamo (anche) quel che mettiamo in tavola, nel piatto e nel bicchiere.
Poi, a noi abitanti del Golfo la figura di Soldati è cara perché lui pedemontano doc dal 1960 elesse a suo domicilio Tellaro, il borgo raccolto nel levante della nostra bella insenatura. Gli anni Settanta dello scorso secolo sono stati drammatici, funestati dal terrorismo che sentiamo spesso declinati con un funesto eufemismo come lotta armata quando invece era solo delinquenza. Periodo doloroso e tragico, dunque, in cui il Golfo dei Poeti conobbe anche un’altra diatriba, indubbiamente di minor spessore rispetto al piombo che girava, ma di una sicura rilevanza.
La questione fu chiamata del “parco boe”, ormeggi speciali per le superpetroliere (ricordiamo che Suez rimase chiuso dal ’67 al ’73) per scaricare il contenuto destinato alla raffineria ex Shell poi IP oggi centro commerciale “Le Terrazze”.
Sul progetto l’opinione pubblica locale si divise anche trasversalmente. Molti i favorevoli, assertori dello sviluppo che lo scalo avrebbe portato; altrettanti i contrari in uno schieramento che dagli ambientalisti andava ad ampi settori della società civile.
Un mio ricordo sono le conversazioni con il Preside Ennio Silvestri, a lungo Sindaco di Ameglia, che era decisamente contrario al progetto e che spesso mi diceva, insegnavo nella scuola che dirigeva, delle pressioni subite per dare un consenso che sempre negò.
Nel giugno ‘78 Vittorino Colombo, Ministro per la Marina Mercantile, viene alla Spezia per firmare a bordo della Vespucci il decreto che autorizza il parco boe. Nella folla convenuta a bordo del veliero riesce a intrufolarsi Mario Soldati che al momento cruciale interrompe la solennità della cerimonia per insorgere contro il Ministro ché non firmi.
Segue un più che vivace acceso scambio di opinioni che non rispettano il bon ton ma il risultato è raggiunto. Colombo rimanda la firma che mai ci sarà.
Fu determinante l’inter-vento dell’intellettuale o agirono anche altre considerazioni? E chi lo può dire!
Certo è solo che chi aveva illustrato la valle del Po, quella volta fece un bel favore al Golfo della Spezia.
Alberto Scaramuccia