(da Lerici In di novembre 2024)
Il nunzio Acerbi, cardinale a 99 anni
Il nome del decano dei Nunzi era il primo della lista che il Papa ha letto all’Angelus per annunciare i nuovi porporati del Concistoro del prossimo 8 dicembre. Dagli anni ’50 al servizio della diplomazia della Santa Sede in ogni parte del mondo, risiede da anni a Santa Marta, ‘coinquilino’ di Francesco con il quale a giugno ha festeggiato i cinquant’anni della sua ordinazione episcopale.
Vatican News del 7-10-2024
Domenica 6 ottobre, con un annuncio a sorpresa – come ormai ci ha abituato ad ascoltare -, papa Francesco ha comunicato la nomina di ventuno nuovi cardinali. Al primo posto della lista un nome ha fatto sobbalzare non solo l’interessato, che ha poi confessato alla stampa e agli amici di non averne saputo assolutamente nulla sino a quel momento, ma anche tante persone in terra spezzina e lunigianese.

Angelo Acerbi (foto sopra da Vatican.va), infatti, arcivescovo da cinquanta anni, nunzio apostolico in paesi importanti e significativi per la Chiesa, novantanove anni compiuti da pochi giorni – perché di lui stiamo parlando – è nato infatti a Sesta Godano, in provincia della Spezia, il 23 settembre 1925.
Sesta Godano sin da tempi molto antichi ha fatto parte della diocesi di Luni – Sarzana, incorporata poi a partire dal 1929 nella nuova ed unica diocesi della Spezia – Sarzana – Brugnato.
Nessun sacerdote originario della terra lunense era stato più preconizzato cardinale dopo il concistoro del 15 marzo 1852. In quella occasione papa Pio IX aveva aperto la lista di cinque cardinali con il nome di Domenico Lucciardi, nato a Sarzana il 9 dicembre 1796. Dal 15 settembre precedente, quindi da sei mesi, Lucciardi, dopo un periodo trascorso a Roma, in curia, ultimo (per allora) di un lungo elenco di prelati sarzanesi, era diventato arcivescovo – vescovo di Senigallia. “Mezzi santi e mezzi canaglia” fanno dire degli abitanti di Senigallia gli sceneggiatori del film “Ossessione”, di Luchino Visconti, al prete che va a caccia di quaglie. È un fatto però che proprio di Senigallia era nativo il suo quasi coetaneo Giovanni Mastai Ferretti, Pio IX, e che quindi nutriva non solo affetto ma anche particolare attenzione per la sua terra di origine. Questo ci dice il valore di quel cardinale sarzanese, Lucciardi, ed anche l’indiscutibile amicizia con il papa.
Ma, a proposito di amicizia con il papa, anche Angelo Acerbi, che pure non lo farà mai se non per esprimere, come ha già fatto, stupore e gratitudine per la scelta di Bergoglio, avrebbe titolo per vantarla. In questo caso, però, il motivo è in sé curioso, quello di essere … coinquilini. È noto infatti come papa Francesco abbia deciso, sin dal momento della sua elezione al Soglio, di non alloggiare nei palazzi vaticani ma in quella Casa “Santa Marta” che tra l’altro, durante i conclavi, vede soggiornare i cardinali. Ma i cardinali, ad elezione avvenuta, tornano nelle loro diocesi di provenienza. A Santa Marta rimangono invece alcuni prelati che, a Roma, non dispongono di alloggi diversi. E tra loro c’era e c’è appunto il neo cardinale della Lunigiana. Acerbi, nunzio apostolico in varie parti del mondo dal 1974 al 2001, quando, lasciati gli incarichi attivi, andò a ricoprire il ruolo prestigioso di prelato dell’Ordine di Malta.
Già allora aveva dunque deciso di rimanere a Roma, prendendo alloggio appunto a Santa Marta. Quindi spesso, al mattino, concelebra Messa con il papa e pranza con lui alla mensa interna.
Bergoglio deve dunque aver maturato stima ed ammirazione per quell’anziano nunzio italiano, che parla correntemente varie lingue tra cui proprio lo spagnolo, essendo stato per undici anni rappresentante pontificio in Colombia: quella Colombia che nel 1968 aveva ospitato la celebre conferenza dei vescovi latino-americani a Medellin, conferenza che, come è noto, accentuò la dimensione profetica della Chiesa “pasquale”, impegnata nell’opzione preferenziale dei poveri.
Non si comprende probabilmente il pontificato di Francesco senza le radici di Medellin. Acerbi, probabilmente, gliele ricorda anche per l’episodio dell’inizio del 1980, quando l’allora nunzio a Bogotà venne sequestrato per alcuni giorni da un gruppo di guerriglieri, riuscendo ad adoperarsi per un esito positivo della vicenda, nella quale non ci fu spargimento di sangue.
Dopo la Colombia, Acerbi è stato nunzio nell’Ungheria del “dopo comunismo” e poi nell’Olanda già all’avanguardia della crescente laicizzazione dell’Europa occidentale. Tutti aspetti di una straordinaria esperienza che, giunta alle soglie dei cento anni, Francesco ha voluto premiare, riconoscendo nel vecchio nunzio quasi il prototipo dei diplomatici vaticani. L’8 dicembre ci sarà il concistoro con la consegna della berretta, e saranno in tanti, dalla Val di Vara ma da tutto lo Spezzino e anche da tutta la Lunigiana, a raggiungere Roma per rendere omaggio al nuovo cardinale, erede anche – come diplomatico saggio e coraggioso – di un altro importante cardinale “nostrano”: Giuseppe Spina, artefice nel 1801 del concordato tra la Chiesa e Napoleone.
Per concludere, va detto che, pur nativo della provincia e diocesi spezzina, Acerbi è prete di quella di Pontremoli, oggi Massa Carrara – Pontremoli. Fu a Pontremoli, infatti, diocesi alla quale la confinante area di Sesta Godano è sempre stata legata, che completò gli studi e venne ordinato sacerdote dal vescovo Giovanni Sismondo il 27 marzo 1948.
Si può dire dunque che, nella figura del nuovo cardinale (questo osiamo dire che nemmeno il papa, forse, lo ha considerato), si riunifica idealmente la terra dell’antica diocesi di Luni, oggi divisa tra diocesi, province ed addirittura regioni diverse. Grazie, dunque, don Angelo, e … ad multos annos!
Egidio Banti